Non solo Nico Romagnuolo, inconferibile per la norma ma nominato (e poi anche prorogato) commissario del nucleo industriale di Bojano. In Molise per i consiglieri regionali 5s c’è un caso “nominopoli”: «Questo sistema è consolidato, non dimentichiamo un’altra situazione simile come quella del Consorzio per lo Sviluppo Industriale della Valle del Biferno, dove il presidente resta in carica nonostante l’Anac abbia sancito l’inconferibilità».
Gli esponenti pentastellati di Palazzo D’Aimmo hanno rivendicato ieri di aver visto giusto quando denunciarono che la designazione del vertice del nucleo di Bojano effettuata dalla giunta ad aprile del 2020 era illegittima. È di sabato la notizia che la Procura di Campobasso ha chiuso le indagini sul governatore Toma, i suoi attuali assessori (Calenda, Cavaliere, Cotugno, Niro e Pallante) e l’ex componente dell’esecutivo Marone. L’ipotesi contestata è abuso d’ufficio.
Ex consigliere surrogato, Romagnuolo fino a qualche mese prima sedeva nell’Assise di via IV Novembre. Dunque, secondo il decreto legislativo 39 del 2013, non poteva essere nominato, prima che fossero trascorsi due anni dalla fine del suo mandato, a capo di un ente pubblico di livello regionale. «La nomina di Romagnuolo (che non impugnò la cancellazione della surroga, ndr) era ed è illegittima oltre che fuori luogo. Parliamo di un presidente di Regione di Forza Italia che nomina un ex consigliere regionale di Forza Italia solo per “risarcirlo” del posto in Consiglio perso con l’abrogazione della surroga, e non per comprovate competenze tecniche», hanno ribadito ieri i 5s.
«Questa vicenda dimostra che il centrodestra utilizza le nomine per esigenze interne di partito e non per il bene comune. Tutto ciò rappresenta un danno più o meno diretto all’intera comunità, un comportamento poco etico e che troppe volte rischia di ‘posizionare’ in ruoli chiave della Regione persone che non hanno le competenze e i meriti per ricoprire determinati incarichi. Nel 2021 denunciammo il sistema delle nomine politiche messo in piedi dal centrodestra. Presentammo una mozione e chiedemmo un radicale cambio di mentalità, ma ci fu risposto di procedere pure le vie legali: e noi lo abbiamo fatto, rivolgendoci alla Procura e all’Anac che fece propri i nostri rilievi». In attesa delle decisioni della magistratura penale, i 5s hanno rimarcato che, comunque, «l’intera giunta regionale rischia un rinvio a giudizio. E sarebbe una cosa gravissima, il peggior epilogo di una gestione regionale fallimentare».

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