«Non viene tagliato assolutamente nulla, le prestazioni mediche da erogare non sono tagliate, sono valorizzate in una maniera che la struttura Gemelli non condivide».
Il giorno dopo la conferenza stampa dell’unico centro che in Molise effettua la radioterapia, il governatore Donato Toma – commissario della sanità che ha tolto al Gemelli la facoltà di prescrivere i trattamenti e l’ha affidata al Cardarelli – risponde che la questione è fondamentalmente tariffaria, non clinica. «Le cosiddette schermature personalizzate – sia che se ne facciano una, 100 o 200 – noi le paghiamo per l’intero trattamento, una sola volta. Come prevede il nomenclatore. Ma se ne possono fare quante sono necessarie per la cura del paziente».
Andando al concreto, il professor Deodato ne può effettuare 89 se le ritiene necessarie anche se il dottor Giglio dal Cardarelli ne ha validata una sola. Lunedì mattina nella sede dell’Asrem illustrerà meglio i dettagli. Ma, spiega, la querelle col Gemelli sull’applicazione del nomenclatore è stata ampiamente affrontata anche nel confronto che si è svolto con l’Agenas a Roma mercoledì e a cui lui ha preso parte da “soggetto terzo”. Gli esperti dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari, organo del Ministero di supporto alle Regioni, hanno illustrato al presidente di Gemelli e al suo staff nei minimi dettagli come sono arrivati alla stima del fabbisogno annuo per la disciplina (2,7 milioni per i pazienti molisani mentre il fatturato del centro negli ultimi anni è stato doppio). E al termine di un lungo contraddittorio hanno confermato le loro valutazioni, che sono poi alla base della definizione del budget assegnato con decreto commissariale.
«Io sono molto dispiaciuto per l’allarme che si è creato e spero che questa questione si chiarisca una volta per tutte. In tutte le sedi competenti», evidenzia poi Toma. Che rivela anche come il dottor Giglio, primario di oncologia del Cardarelli, abbia seccamente smentito quanto dichiarato dall’avvocato di Gemelli, Fabio Verile in conferenza stampa. Ha smentito quindi di aver mai detto che l’autorizzazione a una sola schermatura gli era stata indicata o ordinata dalla dottoressa Oriunno (funzionaria Asrem che è stata componente del nucleo ispettivo di controllo nelle verifiche compiute al Gemelli in autunno e ha poi redatto le linee guida operative per la prescrizione della radioterapia).
Petracca ha chiesto l’intervento del ministro Schillaci e ha avvertito che, se non interverranno novità, da fine mese la struttura smetterà di accettare nuovi pazienti. Toma risponde che non è così semplice cessare un servizio che si gestisce per il pubblico. «Noi comunque abbiamo la possibilità di definire in poco tempo un piano B, quindi gli utenti della sanità devono stare tranquilli e siamo inoltre pronti e determinati a fare investimenti importanti per portare questa fondamentale prestazione salvavita nell’alveo della sanità pubblica». Probabilmente, al Cardarelli.
Che il clima sia quanto mai avvelenato, soprattutto nei rapporti fra struttura commissariale e cliniche convenzionate, lo testimoniano le voci ricorrenti sulla sostituzione del sub commissario Giacomo Papa, dopo la pronuncia Anac che ipotizza possibili conflitti di interesse per il suo ruolo di avvocato che ha difeso l’Asrem. Da settimane, ogni seduta del Consiglio dei ministri è “osservata speciale” in Molise. Sono circolati anche un paio di nomi, il cardiologo termolese (ex sindaco della città) Alberto Montano e l’ex direttore sanitario di San Timoteo e Cardarelli (oggi in pensione) Filippo Vitale. Ma anche giovedì il governo Meloni non ha affatto trattato l’argomento. E Papa è rimasto al suo posto.
r.i.