A Campobasso per partecipare al convegno organizzato dall’Acem Ance sulla direttiva Ue “Case green”, Lorenzo Cesa – leader dell’Udc e deputato del Molise – ne approfitta per incontrare la stampa e fare il punto sui temi di più stretta attualità: decreto Molise, sanità e regionali.
Onorevole, è stato il vostro cavallo di battaglia in campagna elettorale, i molisani vi hanno dato fiducia e un grande consenso. Mi riferisco al “decreto Molise”. Cosa ne è stato? Sembra che siate spariti, sa?
«Spariti no. Io sono molto onorato di avere quasi tutti i giorni telefonate da sindaci, imprenditori, gente del Molise, dal mondo universitario molisano che ho incontrato più volte. Ci occupiamo quotidianamente anche dei problemi del singolo cittadino di questa terra. Poi, c’è un discorso di fondo. Se vogliamo cambiare le sorti di questa regione, io sono molto convinto di quello che ho detto in campagna elettorale: serve un decreto Molise, su cui stiamo lavorando, anzi abbiamo lavorato perché formalmente lo abbiamo pronto. Ma c’è bisogno dell’unità tra chi sta a Roma, chi è in Regione e poi naturalmente il governo. Stiamo mettendo insieme queste tre cose per arrivare a una soluzione. Così si può dare una svolta davvero al tema del Molise. Ma, le ripeto, ci si sta lavorando e mi auguro che nel giro di qualche mese riusciamo a mettere in piedi la risoluzione dei problemi che riguardano la sanità, le infrastrutture, i trasporti. Ci sono serie emergenze che vanno affrontate. La politica però non è l’elencazione dei problemi, è trovare le soluzioni. Noi stiamo cercando di essere più concreti possibile».
In campagna elettorale la sanità era già un’emergenza. Negli ultimi mesi sono venuti al pettine molti nodi, con conseguenti forti fibrillazioni: dalle risorse a disposizione al rapporto con i privati. Come vede lei da Roma quello che sta accadendo?
«Con molta preoccupazione, perché non si alimentano scontri tra pubblico e privato. Il pubblico va efficientato perché al centro della politica c’è la persona, per quanto mi riguarda. Questo significa erogare al cittadino servizi efficaci. Se non lo fa il pubblico, lo fa il privato e quindi c’è un’integrazione. I privati di questa regione, peraltro, sono realtà che non servono solo i molisani, ma intere regioni del centro Italia e portano risorse anche in Molise. Va trovata una soluzione tecnica. Ci si era quasi arrivati a livello ministeriale, noi vogliamo che si rimetta in piedi quel tavolo che porti a una soluzione che scarichi sulle spalle della Campania, del Lazio, dell’Abruzzo – che usufruiscono dei servizi dei privati del Molise – i costi delle prestazioni che vengono erogate. Lo si può fare. Il Ministero è arrivato a un millimetro dalla risoluzione, ma occorre che la Regione sia presente in maniera più efficace».
Si vota il 25 e 26 giugno. Che ruolo giocheranno i moderati per puntare a mantenere la guida di Palazzo Vitale?
«Il ruolo dei moderati è, appunto, quello di moderare gli scontri a volte molto inconsistenti, inutili, che si generano tra le parti. Lo faremo la prossima settimana, penso, a livello romano. Dovrebbe esserci una riunione per parlare non solo del Molise, abbiamo da affrontare le amministrative in molte città importanti. Il mio contributo sarà quello di unire tutto il centrodestra perché ritengo che il centrodestra stia facendo un lavoro straordinario a livello nazionale, e dal punto di vista governativo e dal punto di vista parlamentare. Stiamo imprimendo un ritmo che cambierà il volto alla politica, quindi alla risoluzione dei problemi, che cambierà il volto del nostro Paese. E lo dobbiamo fare anche qui: unire le forze del centrodestra, trovare delle soluzioni e andare avanti. Ma non attraverso scontri del tutto inutili, legati molto a fatti personali e poco alla politica. Lavorerò anche in questa regione, piccola che sia ma per me importantissima, vale più del Lazio e più della Lombardia tanto per essere chiari, per trovare una soluzione unitaria».
r.i.

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