«Quello che è successo ieri (l’altro ieri, ndr) e le decisioni che sono state prese per l’ospedale di Isernia non possono lasciarmi indifferente. Non ci sono più le condizioni per andare avanti».
Mena Calenda ha consegnato le dimissioni al presidente della giunta Donato Toma. La goccia che ha fatto traboccare il vaso, spiega, è il voto sulla mozione dei 5s che punta alla revoca dei provvedimenti assunti dall’ex dg dell’Asrem Oreste Florenzano nell’ultimo giorno del suo mandato, primo fra tutti quello che sancisce la sostituzione del primario di chirurgia del Veneziale, Vigliardi, col prof Unimol Guido Sciaudone, in virtù del protocollo firmato dal presidente della Regione Donato Toma, che è anche commissario della sanità, e dal rettore dell’ateneo Luca Brunese. La chirurgia di Isernia, prevede quell’intesa, è uno dei reparti da “clinicizzare” e il 14 dicembre Brunese ha indicato con decreto la proposta del responsabile, appunto Sciaudone.
Calenda racconta di essere stata la sola dell’esecutivo a dire sì alla mozione che riguarda dunque principalmente Vigliardi.
A sostegno del chirurgo del Veneziale è partita subito la mobilitazione: cittadini, comitati e politici sono in pressing sull’azienda sanitaria per ottenere il passo indietro. Ma l’intesa con Unimol non l’ha firmata Florenzano. È determinante il ruolo del governatore. «Sono sicura che tornerà sui suoi passi. C’è anche tempo adesso che l’inizio dell’incarico a Sciaudone è stato rettificato a partire dal 1 aprile…», dice a Primo Piano Calenda dopo aver partecipato alla sua ultima giunta e aver salutato i colleghi. «Io però da un po’ di tempo avevo maturato la convinzione che non ci fossero più le condizioni. Ho voluto fare l’assessore per dare concretamente una mano alla regione, per poter provare a risolvere i problemi. Non mi sentivo più ascoltata e ho preso l’unica decisione per me possibile».
Calenda ribadisce lealtà alla maggioranza. Da consigliere regionale, depotenziato come tutti gli altri perché ormai Assise ed esecutivo sono in ordinaria amministrazione, voterà il bilancio quando e se arriverà in Aula. E a Toma, anche nella nota con cui rimette «le mie deleghe assessorili alle Politiche del lavoro, Politiche sociali, Terzo settore, Politiche per l’immigrazione», esprime il ringraziamento per la fiducia che «ha riposto nella mia persona chiamandomi a ricoprire il suolo di assessore regionale. Nei due anni del mio mandato, ho speso tutto quanto era nelle mie forze per onorare tale fiducia, migliorare questa regione e mettermi a servizio dei cittadini. Ma, dopo aver attentamente riflettuto – conclude Calenda – su quanto sta accadendo, sento in coscienza di non poter più accettare né condividere un tale percorso».
r.i.