Amministratore – molto apprezzato – della sua Campodipietra, Gianluca Cefaratti è il nome a cui numerosi sindaci stanno pensando come candidato governatore alle regionali del 25 e 26 giugno.
L’indiscrezione si sta facendo strada nel dibattito, abbastanza nebuloso per quanto riguarda gli schieramenti principali, e prende corpo. Nell’ormai famosa chat dei primi cittadini questa ipotesi è assai caldeggiata. Non ha trovato grossi ostacoli nel farsi largo per motivi vari, fra questi il fatto che Cefaratti è sì capogruppo di Orgoglio Molise e quindi uomo di centrodestra, ma ha rappresentato da molti mesi a questa parte una voce dissonante e che ha chiesto con sempre maggior vigore discontinuità.
Ci sono dei segnali, ammette lui contattato da Primo Piano. «Qualcuno sta facendo circolare questa ipotesi, dal basso. Ed è questo che mi inorgoglisce perché io non ho padrini né padroni», rimarca un concetto che più volte ha dichiarato a gran voce nell’Aula del Consiglio regionale replicando a muso duro al capogruppo 5s Greco che metteva nel mirino la sua vicinanza all’eurodeputato Patriciello. «Mai Aldo mi ha detto cosa fare…».
Fiero dell’indicazione di tanti “colleghi” – chi è stato sindaco e ha amato quel ruolo non si sente mai veramente ex – resta cauto anche per rispetto delle regole che impongono di tenere insieme il consenso dal basso con quello di partiti e movimenti. «Io sono un umile amministratore… Resto coi piedi ben saldi a terra e ritengo che certi discorsi si fanno nei luoghi a ciò deputati. Sono fiero di apprendere che si possa pensare a me come candidato presidente, e che lo facciano i sindaci. Sono anche estremamente convinto della condivisione da realizzare con le forze politiche».
Amministratori, dunque, e scontenti di destra e di sinistra – tendenzialmente moderati come lui – potrebbero costruire attorno a Cefaratti una proposta alternativa alle coalizioni tradizionali. Il percorso del vicepresidente del Consiglio è stato di netto dissenso con le decisioni del governo Toma. Sulla surroga, spiega, si convinse a votare l’abrogazione con effetto immediato conservando però l’idea che gli ex consiglieri avrebbero potuto avere ragione davanti ai giudici. E la sentenza della Cassazione, racconta, è stata per lui una liberazione. Può diventare, detta in breve, il punto di coagulo di chi non ha gradito il modo di governare degli ultimi cinque anni. «Sicuramente , indipendentemente da chi sarà il candidato presidente, io ritengo che non dobbiamo rinchiuderci nella torre d’avorio ma dialogare. In questi anni è mancata la squadra con cui decidere e commettere anche errori…». Su questo fronte lui di proposte da mettere in atto ne ha.
Cefaratti leader del grande centro? Bisogna intanto capire quanto sarà grande il centro. L’Udc, ad esempio, è legata da un accordo politico serio con Fratelli d’Italia che ha ceduto alcuni dei suoi collegi (compreso quello della Camera del Molise) a Cesa e ai suoi per consentire una dignitosa rappresentanza dei moderati in Parlamento. Che possa cambiare l’orizzonte, quindi, per il partito è molto difficile.
Ma, per esempio, il Terzo polo ha sempre parlato di un candidato governatore da scegliere fra i sindaci (o anche ex?) e di sicuro con Cefaratti Azione e Iv hanno vedute comuni su molte cose.
La coalizione di governo è impegnata nel definire le commissioni bicamerali e a sciogliere i nodi in altre Regioni e rinvia quindi la decisione sul Molise (a chi tocca la casella tra Forza Italia e Fratelli d’Italia) da settimane. Pure il centrosinistra modello Pd-5s ancora non ha deciso da chi farsi guidare alle elezioni. Numerosi sindaci, intanto, una guida l’hanno già individuata.
ritai