Il centrosinistra prova a stringere i tempi per le regionali del 25 e 26 giugno. E i 5s gettano acqua sul fuoco: «Nessuno vuole imporre nomi calati davvero dall’alto, come è stato nel caso della candidatura di Lotito – spiega tirando una bordata agli avversari – Vogliamo realizzare, e nel plurale intendo anche il presidente Conte un’operazione concertata col territorio, condivisa. Perché poi c’è la campagna elettorale da fare…». Sarà dunque determinante il summit in agenda oggi.
Il Pd, uscito dall’angolo dopo il congresso nazionale e rinvigorito dalla leadership giovane di Elly Schlein, vicina all’elettorato che in questi anni ha lasciato la famiglia dem per dare fiducia (nelle urne) ai 5s o alla sinistra più radicale, sta imprimendo un ritmo serrato al confronto in corso già da qualche mese. Nel pomeriggio è convocata la “plenaria” del tavolo – democratici, pentastellati, socialisti, verdi e sinistra insieme ai movimenti civici – e il segretario Vittorino Facciolla punta a uscire dalla riunione con una decisione (o qualcosa che ci si avvicini) rispetto al metodo con cui scegliere il candidato presidente. «Siamo tutti concordi che dobbiamo provare a definirlo, è il momento», spiega il giorno dopo l’incontro del centrosinistra tradizionale.
Il coordinatore dei 5 stelle Antonio Federico invece ritiene che i tempi siano ormai maturi per tirare una linea sul perimetro della coalizione e sui punti programmatici: «Ci siamo visti più volte, abbiamo discusso e sviscerato i temi, è il momento di quagliare per dirla con parole semplici».
Quanto al perimetro, Facciolla ripete che nessuno punta a inquinare la proposta con innesti che arrivino dal centrodestra, ma che all’elettorato moderato si deve guardare con attenzione e mettendo in campo figure che sappiano intercettare quel consenso. Su questo fronte stanno lavorando i civici – da Molise domani a Molise solidale – che avrebbero pronte due liste. Ad altre due sta pensando il Pd (una identitaria, col simbolo, che tiene dentro anche le donne e gli uomini di Articolo Uno), poi ci sarà quella dei 5 stelle e un raggruppamento probabilmente unico per ambientalisti, socialisti e sinistra più radicale.
Rispetto alla leadership, i responsabili dei partiti non fanno né confermano nomi. Restano sul tavolo le ipotesi più marcatamente pentastellate: il prorettore della Sapienza Livio De Santoli (che piace a Conte), il capogruppo in Regione Andrea Greco, il sindaco di Campobasso Roberto Gravina, il giornalista Domenico Iannacone. Su quest’ultimo c’è pure il gradimento di molti dem ed esponenti dei movimenti civici.
«Noi crediamo che il tavolo regionale – dice Federico rispetto al metodo di scelta la cui definizione è sollecitata con forza da Facciolla – dovrà essere in grado di indicare un nome». Altrimenti primarie, propone il Pd. «Io dico no e le spiego perché. Se una coalizione – ribatte l’ex deputato – non riesce a trovare una sintesi sul candidato presidente, vuol dire che non funziona».
Il centrodestra è ancora fermo, bloccato dallo stallo in cui sono finiti i partiti nazionali per le caselle di vertice delle commissioni bicamerali (e i Cda delle partecipate pubbliche anche probabilmente). Il centrosinistra allargato ai 5s potrebbe battere gli avversari sul tempo e partire con la campagna elettorale. Il Pd Molise ha un timing ben preciso in mente: entro Pasqua (9 aprile) la partita, con o senza fissazione delle primarie, va chiusa.
ritai