“Il rendiconto finanziario della Regione Molise non fornisce alcuna giustificazione in ordine alla permanenza in bilancio ed alla relativa contabilizzazione di un numero rilevante di residui attivi”, pari a circa 1,3 miliardi. E “la determinazione di questa somma è avvenuta in assenza dei requisiti minimi dell’accertamento contabile quali la ragione del credito, il titolo giuridico, il soggetto debitore, l’entità del credito e la sua scadenza”. Così ieri la Corte costituzionale ha bocciato il consuntivo 2011, o meglio l’articolo 7 della legge 23/2012. La norma era stata impugnata dal governo Monti sotto tre profili, uno solo il motivo di ricorso accolto, quello sui residui. In sostanza, per i magistrati la verifica sulle somme accertate e non riscosse è centrale per l’accertamento di bilancio. Nella contabilità 2011, non giustificando oltre 1,2 miliardi di residui attivi, spiega la sentenza, “vengono assunti quali attività del bilancio consuntivo una serie di valori non dimostrati, espressi attraverso un’aggregazione apodittica e sintetica, suscettibile di alterare le risultanze finali del conto, che a sua volta deve essere consolidato con quello delle altre pubbliche amministrazioni per le richiamate finalità di coordinamento della finanza pubblica”. Il governatore Paolo Frattura tira le somme, è proprio il caso di dirlo. “Ancora una volta facciamo i conti con i lunghi e pesantissimi strascichi della passata politica della superficialità. Questa è l’eredità lasciata a noi da chi ci ha preceduti. Oltre 1,2 miliardi di residui attivi sono stati assunti in bilancio regionale con una serie di valori non dimostrati. Chi ci ha preceduti al governo ha pensato bene che non fosse necessario, quando invece è obbligo di legge. La bocciatura dell’alta Corte è un pesantissimo verdetto per il Molise.Ogni nostra azione di risanamento, di costruzione, di rilancio, ogni nostro singolo sforzo, sconta lo scotto di un disordine amministrativo precedente privo di certezze e garanzie. Ogni nostro tentativo di accreditamento a livello nazionale viene soffocato da questi vecchi disastri. Con la nostra delegazione parlamentare del Pd, composta con da Roberto Ruta, Danilo Leva e Laura Venittelli, ci siamo già attivati per concertare con il governo un rimedio a questa severa mannaia”, commenta Frattura. Stoccate poi al centrodestra, a Nicola Cavaliere e Nico Romagnuolo in particolare che lo attaccano spesso. “Dovrebbero fare pubblica ammenda o, al limite, tacere. Hanno davvero poco da recriminare. Non siamo noi a dirlo, ma la Corte costituzionale. Ne usciamo tutti con le ossa rotte. Per questo ai consiglieri Cavaliere e Romagnuolo e ai loro sodali dico: rimbocchiamoci le maniche e proviamo a capire tutti insieme che cosa mettere in campo per avere riscontri concreti e positivi per i nostri cittadini e il nostro Molise”.