Il passo indietro di Andrea Greco (ma conviene leggere questo articolo fino in fondo) non ha risolto l’impasse nel Movimento 5 stelle. «Lui non era ingranaggio rotto del meccanismo», commenta stizzito il coordinatore Antonio Federico coi cronisti prima dell’ennesima riunione del fronte progressista senza nomi sul tavolo.
Il capogruppo è un punto di forza della proposta M5s per le regionali, aggiunge l’ex deputato. Gravina «è uno dei punti di forza del Movimento, a livello anche nazionale, questo non significa che deve essere immolato a una causa più grande».
Fermi al punto di prima, dunque. Mentre nella sede di Articolo 1 a Campobasso si riversano i tanti invitati al tavolo – numerosi i partiti e movimenti coinvolti e affollate le delegazioni, il che non concilia esattamente la sintesi -, da Molise Solidale e Molise Domani alla Sinistra italiana, passando per Volt, Verdi, Socialisti e naturalmente pentastellati e dem – si cercano di capire gli umori. Un intento che trapela è quello di sfoltire il novero dei partecipanti.
Sicuramente, emerge la volontà del Pd di prendere in mano la situazione. Anche per il segretario Vittorino Facciolla il fatto che Greco abbia rinunciato alla corsa alla leadership non ha avvicinato il momento della quadra. Tra l’altro, circolano voci secondo cui il presidente Conte non abbia affatto cambiato idea e punterebbe alla candidatura a governatore del Molise del prof della Sapienza Livio De Santoli. Il papa nero di cui il centrosinistra, secondo i dem e molti degli alleati, non ha bisogno. Veleni? Forse. O forse no.
Quindi, i dem pressano. Ricordano che la deadline per trovare un candidato al tavolo è Pasqua. Perché per celebrare eventualmente le primarie serve un minimo di organizzazione.
Entro dieci giorni la partita va chiusa, conferma Facciolla a margine dell’incontro. «L’esigenza è quella di dare un’accelerata perché abbiamo bisogno di tempo per costruire le liste avendo già concordato un programma chiaro». C’è una bozza di documento, aggiunge, lasciato “aperto” ai miglioramenti e alla personalizzazione del leader, quando ci sarà. Sarà lui, o lei, a dover poi interpretare le proposte messe su carta.
Se i 5s resteranno ancora impantanati per i veti incrociati interni che si rafforzano col passare del tempo – Greco no perché non unisce, Gravina no perché significherebbe lasciare scoperta la città capoluogo per un anno – il Pd è pronto a tirare fuori un nome, che aggregherebbe anche i partiti minori della galassia di sinistra e probabilmente i movimenti, la prossima settimana. Non prima di aver riunito gli organismi, certo. Ma Facciolla vuole chiudere la fase di stallo, è evidente. Rispetto all’ipotesi di rivendicare la leadership, diplomaticamente ma in maniera netta, dice: «Il Pd non può restare sfornito di candidatura, è il partito leader dell’opposizione a livello nazionale, a livello regionale ritiene di avere ancora forza da mettere al servizio del centrosinistra, una rete di amministratori… Come si può pensare che non abbia il diritto di avanzare una candidatura?». Al contempo, rimarca, «vive una condizione di estrema generosità, che non è fessaggine. Per cui se c’è un candidato, non del Pd, che suscita entusiasmo e adesione il nostro partito non romperà certo il tavolo».
La prossima settimana sarà decisiva. «Vediamo che si stanno facendo passi avanti, quando ci sono tanti attori attorno al tavolo ci vuole un po’ di tempo», smorza la tensione Umberto Di Giacomo, emissario del giovane partito Volt che chiede un rinnovamento concreto.
Intanto Andrea Greco è volato in Sicilia. Per qualche giorno di pausa. Certo il post di Nuccio Di Paola, fra gli uomini più vicini a Conte e vice presidente dell’Assemblea siciliana, fa rumore: «Il Molise incontra la Sicilia. Con grande piacere questa mattina ho ricevuto in Assemblea Regionale Siciliana Andrea Greco che auspico possa diventare a fine giugno prossimo presidente della Regione Molise». Prosit…

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