«Più che un Decreto Molise per la sanità, ci vorrebbe un decreto per “bonificare” la nostra regione dalla gestione del centrodestra capace in pochi anni di accumulare debiti milionari che peseranno sulle tasche delle giovani generazioni».
Commenta così il consigliere regionale 5s Vittorio Nola il contenuto della delibera che reca istruzioni alla struttura di Palazzo Vitale per redigere il bilancio di previsione e da cui si evince che il disavanzo da ripianare è pari a oltre 137 milioni.
«Si tratta di una cifra enorme se consideriamo che, a fronte della voragine del disavanzo, si valuta lo stato di salute in cui versa il Molise in termini di servizi elargiti ai cittadini. Su tutti quanto accade per la sanità, i trasporti, l’istruzione, il sociale. Oltre al passivo, l’elemento che maggiormente preoccupa – sottolinea Nola – è la mancanza di visione e programmazione per una terra da troppo tempo costretta a vivere nelle sabbie mobili dell’inefficienza che la stanno risucchiando sul fondo. Prova ne è l’inarrestabile fuga di cervelli che acuisce il fenomeno dello spopolamento, il quale sta svuotando i nostri paesi. Di questo passo, con un numero di abitanti che precipita quotidianamente, la regione rischia davvero di chiudere per consunzione».
Per coprire il disavanzo, «complice la fallimentare esperienza della giunta Toma, servirebbero trasferimenti straordinari da Roma come auspicato anche dalla Corte dei Conti mai tenera sulla condotta scellerata portata avanti dal centrodestra». Ma Nola dubita che il governo centrale deciderà di concederli. Seppure accadesse, si chiede, «fino a quando il Molise potrà vivere di assistenzialismo, anziché camminare sulle proprie gambe e con le proprie forze?»
Tutto questo accade a pochi mesi dalle regionali, «che vedono chi ha contribuito al disastro finanziario pronto a ricandidarsi, magari con una nuova casacca. I molisani hanno la grande occasione di voltare pagina e mandare definitivamente a casa una classe politica imbarazzante, che in cinque anni di amministrazione ha prodotto una montagna di debiti – conclude l’esponente pentastellato – senza dare risposte concrete alle reali esigenze di un popolo il quale merita ben altro».