Forza Italia è ancora, anzi sempre di più (si racconta nel centrodestra), una polveriera. Nonostante dalla Capitale non siano giunti segnali sull’ok definitivo all’assegnazione della casella Molise agli azzurri né risposte al presidente uscente Toma che vorrebbe ricandidarsi, o forse proprio a causa di questo silenzio, la tensione è palpabile.
Impossibile non notare in questi giorni l’iper attivismo del sindaco di Termoli Francesco Roberti, uno dei pretendenti alla leadership. Riunioni conviviali coi colleghi amministratori del basso Molise, marcata presenza social anche per rintuzzare posizioni interne al partito che potrebbero frenare la sua corsa (le risposte al post del capogruppo di FI al Comune di Campobasso Esposito sono eloquenti), dichiarazioni di fuoco. L’accordo territoriale che ha portato alla governance del Cosib e poi all’elezione di Costanzo Della Porta in Senato non solo regge. I suoi interpreti sono pronti a tentare il grande salto, a riprendersi la Regione dopo decenni di presidenti di Isernia o Campobasso. Così la sopravvivenza dell’ospedale San Timoteo diventa la madre di tutte le battaglie. Dalla sua, il primo cittadino di Termoli (che è anche presidente della Provincia di Campobasso) ha appunto questo patto di ferro che lo rende gradito anche alla Lega e a settori non indifferenti di Fratelli d’Italia (alle politiche Roberti ha fatto votare sul proporzionale Marone e Della Porta).
Ma, dicono i bene informati, l’assessore Nicola Cavaliere (che ha subito il tradimento del compagno di partito perché era in lizza per Palazzo Madama con Forza Italia) non ha affatto rinunciato all’idea di guidare la coalizione. Anzi. Nelle ultime ore avrebbe rafforzato il pressing sui vertici nazionali.
Senza dimenticare Donato Toma, da qualche giorno molto silenzioso. Ma aspetta ancora una risposta, dopo che ad Arcore Berlusconi – così ha riferito il governatore – gli ha dato assicurazioni sulla sua propensione a confermare l’uscente e sul fatto che si occuperà in prima persona della campagna elettorale in Molise. Fratelli d’Italia neppure ha rinunciato all’Opa sulla leadership, ma si tratta di un passaggio che va condotto insieme a Donzelli, plenipotenziario di Giorgia Meloni per il partito. E un confronto su questo argomento i dirigenti regionali con lui non lo hanno ancora avuto. Qualche sondaggio lo hanno fatto i parlamentari Della Porta ed Elisabetta Lancellotta. Ieri il coordinatore Di Sandro ha fatto il punto con loro.
Ma anche fra i meloniani le rivalità sono evidenti. L’ex presidente Iorio ha ribadito la sua convinzione di essere la persona giusta per risollevare le sorti del Molise. L’assessore Quintino Pallante pure vorrebbe il vertice di Palazzo Vitale. Le indiscrezioni parlano di acque estremamente agitate anche in FdI.
Lorenzo Cesa, leader Udc, ha avanzato la proposta di una guida centrista. I moderati dello schieramento hanno la seconda carica della Regione, il presidente del Consiglio Salvatore Micone, che dalla sua ha pure il dissenso dalla linea Toma ribadito più volte negli ultimi due anni. Ma proprio dall’ala di centro potrebbe arrivare anche qualche outsider.
In settimana, probabilmente giovedì, dovrebbe tenersi un secondo vertice dopo quello di debutto di Claudio Lotito a capo di Forza Italia del Molise Stavolta a Isernia e sarà Di Sandro a incaricarsi degli inviti. Chissà che dall’uovo di Pasqua non esca come sorpresa almeno un minimo di chiarezza sulle intenzioni del centrodestra per le regionali del 25 e 26 giugno.

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