Domenico Iannacone candidato presidente del centrosinistra alle regionali di giugno? Perché no.
Le dichiarazioni, ufficiali e non, dei cinque “saggi” che compongono il tavolo ristretto oppongono un paio di motivi all’indicazione: dal tavolo allargato a cui siedono tutti gli esponenti della nascente coalizione il mandato è per la scelta di un politico, che viva in Molise. Il giornalista pluri premiato torna appena può e della sua terra si interessa ma, si dice convinta una fonte, «a questo esito si potrebbe arrivare se sarà Roma a sbrogliare una matassa che noi non sapremo dipanare. E non credo che non ne siamo capaci». Nella Capitale Iannacone ha sostenitori fra i 5 stelle, lo stesso Conte aveva espresso il suo gradimento qualche mese fa, e anche fra i dem. In regione i suoi supporter sono in Molise Domani. Comunque non è un politico.
Giovedì i rappresentanti di Pd, 5s, partiti minori della sinistra, Molise Domani e Molise Solidale si rivedranno e finalmente saranno avanzati dei nomi. Ma se i veti incrociati, interni ai partiti e reciproci fra forze politiche, dovessero prevalere non è impossibile che si prenda atto che a quel punto è meglio tornare al nome esterno, a una figura terza che a quel punto non è prettamente un politico.
Da Molise Solidale, a margine della riunione di ieri, arriva la conferma di un auspicio: «Dobbiamo allargare al centro, ai moderati, altrimenti si perdono le elezioni». Per il leader il movimento nato dal mondo del volontariato pensa a un «nome inclusivo e di garanzia per tutti».
Frana invece il Movimento 5 stelle. Dopo un confronto con il coordinatore Antonio Federico sullo stato dell’arte, il capogruppo Andrea Greco ha confidato ai suoi che non sarà della partita, neanche nella lista pentastellata a sostegno del candidato presidente. Se i 5s rinunciano alla leadership (Greco ha fatto un passo indietro e le quotazioni del sindaco di Campobasso Gravina sono in questi giorni in discesa perché la maggioranza di Palazzo San Giorgio sarebbe il primo avversario di una scelta che significherebbe lasciare il capoluogo al suo destino), secondo Greco la partita è persa perché il Movimento rinuncia anche alla propria identità.. «A me non interessa ricandidarmi per andarmi a sedere su uno scranno dell’opposizione. Io al Molise voglio bene ma non si può continuare a umiliare il lavoro che abbiamo portato avanti in questi anni scegliendo situazioni che riportano al governo i soliti e i soliti metodi. Su questo, credetemi, mi ci sto ammalando», avrebbe confidato ai più stretti collaboratori. Bocciando su tutta la linea la strategia del coordinatore Federico. «Così Antonio riconsegna il Molise al centrodestra».