Un movimento civico che ha l’obiettivo di conquistare i consensi di chi a votare non va più con una proposta programmatica chiara e volti nuovi. Il frontman e portavoce è Michele Di Bartolomeo, figlio di Gino. Scomparso poco più di un anno fa, big Gino è stato assessore e presidente della Regione ai tempi della Dc, poi senatore e sindaco di Campobasso col centrodestra.
Ai valori moderati si ispira pure il gruppo, “Molise al Centro”, a cui il figlio Michele ha dato vita, insieme a professionisti, imprenditori (al suo fianco in conferenza stampa Angelo Santoro che ha avuto cariche apicali nell’Acem qualche anno fa), giovani e meno giovani che hanno voglia di dare il proprio contributo alle regionali del 25 e 26 giugno. «Non con le critiche, ma rimboccandoci le maniche e mettendoci faccia e testa».
Nessuna scelta di campo al momento. «Ci confronteremo con tutte le forze che condividono i nostri punti programmatici», spiega Di Bartolomeo. «Non vogliamo sottrarre voti agli altri ma essere attrattivi per chi si è attrattivi per chi si è allontanato dalla politica».
Nel simbolo di Molise al Centro un richiamo forte a quello della Regione. L’autonomia è infatti uno dei capisaldi del programma insieme al potenziamento delle infrastrutture e a una risposta concreta all’emergenza che vive la sanità. Ospedali pubblici da rivalutare ma senza prescindere dalle eccellenze private. «Che non sono solo Neuromed e Gemelli. Queste sono solo le più grandi e che hanno anche rilievo oltre i confini regionali. Ma ci sono tante strutture piccole, Villa Maria, Villa Esther, il centro radiologico Potito e altre simili dislocate sul territorio che hanno sempre supportato da anni la sanità pubblica e che, secondo noi vanno integrate in un discorso universitario. Immaginiamo che si possa creare, con il supporto dell’Università, altra grande risorsa da valorizzare e “sfruttare”, un policlinico regionale».
Aperti al confronto con tutti, quindi. Un Terzo polo con gli altri moderati? «Perché no. Io mi auguro che ci sia la dimostrazione che le persone sono si stanno ribellando a un certo modo di fare politica», la risposta di Di Bartolomeo. E a chi gli chiede se anche con l’uscente Toma sono pronti a dialogare dice: «Io con Toma ho un ottimo rapporto, è legittimo che l’uscente riproponga la sua candidatura come pure che altri ambiscano alla leadership. Per noi l’importante – ribadisce e conclude – è trovare un accordo sul programma».