Per trasferimenti statali promessi ma mai erogati la Provincia di Isernia è pronta a trascinare lo Stato davanti ad un giudice civile. L’obiettivo è ottenere un decreto ingiuntivo pari a 17 milioni di euro. L’iniziativa promossa dall’Ente di via Berta è analoga all’azione intrapresa da molti enti attraverso l’unione italiana delle province. Per l’Upi infatti lo Stato non solo ha chiuso i rubinetti, ma non ha soddisfatto neppure i creditori che attendono ormai da anni di essere pagati per prestazioni svolte e mai liquidate. Nel tempo la Provincia di Isernia ha iscritto i 17 milioni in bilancio come residui attivi per non perdere la possibilità di ottenerne in futuro l’incasso. Come se non bastasse, solo per il prossimo anno l’amministrazione presieduta da Mazzuto dovrà rinunciare a tre milioni e mezzo di trasferimenti statali. Una situazione che va a detrimento della viabilità, dell’edilizia scolastica, dell’ambiente. Dopo la denuncia di rischio default di De Matteis, arriva ora l’azione legale di Mazzuto. Pur non essendo state ancora chiuse, le Province nei fatti sono state esautorate da tutte le funzioni che svolgevano sino a qualche tempo fa. Per il momento sono già cinque le amministrazioni che hanno visto riconosciuti i propri diritti nei confronti dello Stato: si tratta di Venezia, Padova, Treviso, Teramo e Arezzo. Alle quali spera di aggiungersi presto Isernia. In un quadro economico convulso, il governo Letta ha intanto concesso ai Presidenti di procrastinare l’approvazione del bilancio di tre mesi. Il documento finanziario potrà così essere presentato entro il 30 settembre.

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