Sorridenti nella foto ricordo della riunione, i coordinatori di FdI, Lega, FI, Udc e Popolari. In realtà, nel centrodestra cova molto fuoco sotto la cenere. L’incontro che si è svolto ieri pomeriggio a Isernia, secondo quanto è trapelato (già dalle indicazioni fornite dal senatore Claudio Lotito a margine del convegno con la ministra Bernini all’Unimol), è servito a mettere sul tavolo punti programmatici. Un programma, ha ripetuto Lotito prima di entrare al “conclave” coi suoi colleghi, che possa significare «il riscatto del Molise». In mattinata aveva parlato dell’esigenza di una «continuità politica, non amministrativa». C’è una bozza programmatica da completare e rifinire, dunque. Al summit che si è tenuto all’Europa, nessun nome è stato avanzato per la presidenza. Questo non significa che non vi siano disponibilità già ufficializzate ai vertici nazionali dei partiti. Nel caso di Fratelli d’Italia, per esempio, i nomi sono sul tavolo di Donzelli (luogotenente di Giorgia Meloni). E, comunque, è noto che l’ex governatore Michele Iorio ha più volte ribadito la sua volontà di riprovarci compattando la coalizione e allargandola ai civici. Nell’elenco dei papabili, secondo i bene informati e osservatori, ci sono inoltre l’assessore Quintino Pallante e lo stesso coordinatore Filoteo Di Sandro.
A Roma sta giocando le sue carte pure il presidente del Consiglio Salvatore Micone (Udc). Così anche l’ex assessore e capo dei Popolari Vincenzo Niro. In Forza Italia c’è la posizione dell’uscente Donato Toma, a cui nessuno ancora ha detto sì o no rispetto a un secondo mandato. E ci sono le legittime ambizioni del sindaco di Termoli Francesco Roberti e dell’assessore all’Agricoltura Nicola Cavaliere. Non è un mistero, però, che da una decina di giorni il rettore di Unimol Luca Brunese è ritenuto in pole position. Suo sponsor, si mormora a denti stretti, sarebbe proprio Lotito, a cui Berlusconi ha affidato il coordinamento degli azzurri molisani. Di Sandro, a margine del vertice di ieri, ha ribadito ai cronisti che gli chiedevano anche delle indiscrezioni su Brunese, la posizione di FdI: «Noi auspichiamo un candidato presidente che sia politico e molisano. Aggiungo che secondo noi il candidato dovrebbe essere indicato dal nostro partito, in accordo con gli alleati naturalmente. Comunque, il partito nazionale avrà l’ultima parola». Decide Roma.
Incalzato dai cronisti anche lui, Lotito ha minimizzato e glissato su ipotesi e nomi spostando il ragionamento sul programma. «Il nome deve essere funzionale allo scopo che è vincere le elezioni. Prima definiamo il programma, il candidato presidente è un po’ la ciliegina sulla torta».
Nel fronte progressista continua ad aumentare il pressing di movimenti civici e partiti perché i 5s risolvano i nodi interni e smettano di porre veti ad altri nomi che non siano pentastellati. «Entro la prossima settimana il candidato – dicono – o qualcuno abbandonerà il tavolo».

 

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