C’è maretta nel campo largo progressista per come sono stati condotti trattative e incontri a Roma dai principali azionisti della coalizione sulla scelta del candidato presidente. Malumori emergono in particolare da Molise Solidale che punta il dito contro l’atteggiamento tenuto in particolare dai 5 stelle.
«Ci siamo alzati dal tavolo con l’indicazione che il capo della coalizione avrebbe dovuto essere un politico. C’era anche la preferenza espressa per il segretario del Pd Facciolla e gli stessi 5s avevano messo a disposizione il capogruppo Greco e due consiglieri regionali, Primiani e Nola. Adesso, dopo gli incontri che ci sono stati in questi giorni nella Capitale, la scelta è ricaduta su un professionista terzo rispetto all’amministrazione e alla politica. Una soluzione, cioè, completamente diversa. Ma allora se ne poteva parlare anche a Campobasso, no? Invece, ad ogni riunione ci veniva ripetuto che bisognava dare priorità alla valutazione dei nomi politici che erano stati proposti, escludendo così dal confronto ogni altra ipotesi e possibilità», si sfogano alcuni dirigenti del movimento.
Anche Molise Solidale, pur non essendo contrario a figure politiche, aveva proposte “terze” sul presupposto che la politica oggi ha bisogno di rinnovarsi, ritrovare autorevolezza e recuperare l’astensionismo. È nota la preferenza del movimento civico per il presidente del Tribunale di Isernia Vincenzo Di Giacomo, che ha avuto supporter anche fra i dem locali. Invece dai pentastellati guidati da Antonio Federico il magistrato sarebbe stato considerato troppo moderato e per questo escluso dal novero dei papabili.
Anche il perimetro della coalizione è un argomento di cui i civici coordinati da Gian Franco Massaro e Antonio D’Ambrosio, intendono parlare con il candidato presidente una volta che sarà ufficializzata la scelta del giornalista Domenico Iannacone. Molise Solidale era e resta convinto che bisogna fare qualche altro passo avanti nel dialogo con il mondo moderato. Sempre i pentastellati invece hanno posto il veto, paventando possibili “assalti alla diligenza” da parte di chi ha governato con Toma e di quello che il coordinatore Federico ha definito qualche settimana fa “il mondo Patriciello”.
«Ma anche in questo caso sono stati ambigui, perché se il candidato presidente fosse stato un 5 stelle magari qualche apertura al centro si sarebbe potuta fare perché loro si sentivano più garantiti avendo la guida della coalizione».
In sintesi, per Molise Solidale il tavolo regionale per come è stato gestito in particolare da Federico e dai pentastellati ha fallito la sua missione. Nessun rilievo su Iannacone – concludono da Molise Solidale – anzi massimo rispetto Al leader designato, non appena lo sarà ufficialmente, il movimento però chiederà di continuare a costruire un’alleanza larga che possa tener dentro le forze sane della regione che vogliono aderire alla piattaforma progressista. Ed è una condizione ritenuta della massima importanza per proseguire il cammino insieme.

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