Una stoccata all’assessore all’Agricoltura Cavaliere, accusato di dedicarsi solo al tour di presentazione del “Complemento di Programmazione dello Sviluppo rurale” e di aver dimenticato «altri temi delicati che riguardano migliaia di famiglie molisane».
È il portavoce dei 5s Vittorio Nola a puntare il dito: «Gli incontri per illustrare le opportunità che offrono i nuovi fondi comunitari non bastano a coprire il silenzio sui debiti dei Consorzi di Bonifica. Le difficoltà economico-finanziarie in cui versano i Consorzi sono da anni sotto gli occhi di tutti. In particolare il disavanzo degli enti di Termoli e Larino ha superato abbondantemente i 20 milioni e ora anche gli amministratori del Consorzio della piana di Venafro denunciano il mancato trasferimento di contributi e finanziamenti, avanzando una circostanziata richiesta per oltre 600mila euro di crediti mai erogati dalla Regione».
Sarebbe utile, prosegue Nola, «sapere se l’immobilismo su questi temi sia addebitabile al solo presidente Toma. Non si hanno informazioni infatti se siano state innescate procedure o delibere per assegnare fondi specifici per i tre enti di cui la Regione è socia. Eppure il riequilibrio finanziario dei Consorzi è questione urgente che giace da tempo sul tavolo dell’assessore alle Politiche agricole. I consorziati, intanto, attendono risposte e un intervento ben definito sul fronte del risanamento degli enti che sono sempre più in affanno nell’assicurare i servizi minimi e il lavoro ai dipendenti stagionali. Insomma, occorre offrire soluzioni concrete al commissario straordinario di Termoli e Larino e agli amministratori del Consorzio della Piana di Venafro. Enti che non possono essere concepiti come “vacche da mungere”, ma che sono risorse preziose alle quali vanno garantiti diritti e un minimo di operatività. E a proposito di questioni economiche legate alla Regione Molise: ma la giunta quando pensa di approvare il bilancio di previsione 2023? Tra qualche giorno scadono anche i quattro mesi di esercizio provvisorio e nessuno ne parla. Evidentemente, anche in questo caso, si utilizza il silenzio per tentare (invano) di coprire l’incapacità di amministrare e di gestire il Consiglio regionale», conclude.

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