La Lega in pressing sugli alleati per la definizione della squadra da presentare ai molisani il 25 e 26 giugno.
A dispetto delle indiscrezioni che si susseguono a ritmo serrato, è evidente che nel centrodestra la designazione del leader in particolare è ancora lontana. Il responsabile del Carroccio Michele Marone lancia quindi un messaggio inequivocabile: non c’è tempo da perdere, dice dopo un incontro col segretario nazionale Matteo Salvini.
La riunione col ministro verteva in realtà sulle nuove infrastrutture da programmare per la regione.
Ma il discorso si è allargato ed è emersa, riferisce Marone, la necessità di chiedere agli alleati di coalizione di individuare al più presto il candidato presidente.
«Non c’è più tempo, il Molise ha bisogno e pertanto abbiamo necessità di costruire un nuovo governo regionale che sia in grado di fronteggiare tutte le maggiori criticità del territorio, come sanità , infrastrutture e lavoro e che abbia una visione di sviluppo e rilancio socio economico della regione al fine di fermare lo spopolamento e ridare speranza al futuro dei molisani», spinge Marone.
Al tavolo nazionale è emerso anche il suo nome, proposto dal responsabile enti locali Locatelli. Ma il Carroccio non ne fa una rivendicazione assoluta.
Sul nome del sindaco di Termoli Francesco Roberti, rappresentante del basso Molise che chiede di tornare a contare, si potrebbe anche registrare una convergenza e non solo del Carroccio. L’esponente di Forza Italia è ritenuto infatti in pole position. In lizza anche il nome del presidente del Consiglio Salvatore Micone per l’Udc. E l’ex governatore Iorio non molla la presa. Anche se i vertici di FdI potrebbero optare, in caso toccasse a loro la designazione, per una soluzione terza rispetto alle ambizioni interne al partito regionale. Ha preso perciò quota l’ipotesi di puntare sul senatore Costanzo Della Porta che, se eletto, lascerebbe il seggio al forzista Nicola Cavaliere.
Ma i big dello schieramento evidentemente ancora non sciolgono le riserve. E potrebbero non farlo prima di avere l’ufficialità del leader degli avversari arrivando davvero in ritardo alla formazione delle liste. Perciò la Lega pressa: non c’è più tempo.