«Avevamo due grandi obiettivi: tornare competitivi e dare una speranza ai molisani. Il primo l’abbiamo centrato. Se riusciremo a cogliere anche il secondo lo capiremo da qui al 26 giugno».
Se Roberto Gravina è il candidato presidente della coalizione progressista molto si deve alla strategia del segretario regionale del Pd. Vittorino Facciolla rivendica l’operazione politica e mette subito in fila il prossimo target, che la scelta ricaduta sul sindaco 5s di Campobasso facilita molto. Per esempio, l’accordo con Costruire democrazia e con altri movimenti moderati.
Segretario, partiamo dal primo risultato.
«Siamo riusciti a chiudere l’accordo con la coalizione unita e su una persona che ha esperienza amministrativa, rispettando il volere del tavolo di trattativa e ribadendo il primato della politica».
Ma il cammino è solo iniziato.
«Certo. Adesso, insieme al candidato presidente dobbiamo meglio definire il programma, ribadire il perimetro, costruire liste equilibrate e competitive. Rispetto a quella del Pd siamo ai dettagli. Ma dobbiamo favorire la composizione delle altre. La legge elettorale che non consente più il voto disgiunto impone di presentarsi con una squadra forte. Senza inquinare la proposta, la realizzeremo».
Lei dice: ribadire il perimetro. Lo state anche ampliando, però. Penso a Costruire democrazia, alle forze centriste come Terzo polo, Insieme e Molise nel cuore. Chiuderete un accordo anche con loro, giusto?
«Il mio orizzonte è proprio questo risultato. Sono in programma incontri per definire il loro percorso di partecipazione alla coalizione».
Che campagna elettorale sarà la vostra?
«Impostata sui temi perché un altro Molise è veramente possibile. Dall’altra parte, col centrodestra, saranno in campo come capilista tutti i responsabili politici dello sfascio prodotto in questi cinque anni. Penso agli assessori uscenti, i peggiori interpreti di questa stagione, se vogliamo peggiori di Toma perché lui almeno si è assunto delle responsabilità. Loro, pur di conservare la poltrona, hanno osservato cinque anni di silenzio. E sono ancora lì a chiedere fiducia ai cittadini cambiando solo il candidato presidente. Noi possiamo invece fare bene le cose e lo abbiamo dimostrato già nei percorsi che abbiamo seguito per costruire l’alleanza e sintetizzarne la leadership».
Lei era stato indicato da una buona parte del tavolo come candidato. Da quel tavolo ha tolto il suo nome per soluzioni più aggreganti e poi ha spinto su Gravina.
«Ho sempre detto e lo ripeto: la generosità del Pd non è fessaggine. È un ragionamento politico finalizzato a definire proposte chiare. In questo senso rivolgo un appello alle forze che hanno concorso a questo percorso e che ancora non confermano pubblicamente sostegno a Roberto Gravina…»
Si riferisce al movimento Molise Domani che aveva proposto Iannacone?
«Essenzialmente sì. Una parte del nostro programma poggia su proposte che sono state elaborate proprio da Molise Domani. Se adesso loro facessero una scelta diversa vorrebbe dire, lo dico senza mezzi termini, che puntavano a mettere in piedi una operazione di mero potere, incompatibile con lo stare insieme e che si colloca a distanza siderale dagli interessi dei molisani. Se si “sposa” una persona e non un progetto, si fallisce. Aggiungo poi che a Molise Domani il tavolo, compatto, non ha fatto il nome di Greco o di Facciolla ma quello di Gravina. Senza nulla togliere né a Facciolla né tanto meno a Greco, capisco che sui nostri nomi Molise Domani avrebbe potuto avere riserve. Su Gravina invece non credo io debba spiegare che si tratta di una figura assolutamente in grado di rappresentare tutti».
Che ruolo intende giocare il Pd da ora in poi?
«Definiremo nei nostri organismi la partita da giocare nella costruzione delle liste e nell’assegnazione degli spazi in caso di vittoria. Ma sia chiaro che quando il Pd ha concorso a scegliere Gravina in cambio non ha chiesto nulla, fin tanto che sarò io il segretario non faremo negoziazioni. Sono convinto che avremo la migliore lista possibile, ognuno dei competitor potrà essere interprete del compito che gli verrà assegnato ma che non sarà trattato in via anticipata. I ruoli saranno decisi dai partiti non dalle velleità personali, che hanno rallentato più di ogni altro motivo la corsa del Pd».
Molise laboratorio del campo largo progressista dunque.
«Sì. Abbiamo realizzato un campo largo e competitivo, con i moderati. Siamo convinti di riuscire a rappresentare l’alternativa ai governi di “destra-destra” nazionale e regionale».
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