Francesco Roberti resta in pole position, ma resta anche abbottonatissimo. Impegni o scaramanzia, il sindaco di Termoli e presidente della Provincia di Campobasso al telefono non risponde.
Sono ore concitate, in cui la sua posizione di vantaggio nel centrodestra – è da una settimana il candidato in pectore ma non è ancora diventato quello ufficiale – è insidiata da un fuoco amico che pare stia raggiungendo la massima potenza.
Il suo nome ha il via libera dei coordinatori nazionali dei tre partiti principali della coalizione: Forza Italia (che è sempre il suo partito) ma anche Lega e Fratelli d’Italia, con cui ha buoni rapporti anche perché alle politiche con la sua amministrazione ha sostenuto il senatore Costanzo Della Porta (eletto con FdI) e Michele Marone (coordinatore della Lega e capolista alla Camera, oggi consigliere giuridico del ministro Salvini).
Ma sarebbe stato il responsabile regionale di FI, il senatore Claudio Lotito, a chiedere qualche altro giorno di confronto e riflessione. Intanto, tornavano a salire le quotazioni dell’ex governatore Michele Iorio, uno dei nomi proposti da FdI al nazionale (oltre a quelli dell’assessore Pallante e del coordinatore Di Sandro). Dalla sua Roberti ha una forte spinta territoriale, anche abbastanza trasversale. E il centrodestra tiene nella massima considerazione il basso Molise come bacino elettorale. Ma Iorio, che martedì è stato in trasferta a Roma e ha avuto anche un colloquio con il plenipotenziario di Meloni, Giovanni Donzelli, ribatte con l’esperienza e la capacità di mediazione.
Anche ieri sono tornati, nel chiacchiericcio del toto candidati, altri nomi. Per esempio quello dell’ex assessore regionale Michele Scasserra, nominato dal governo Draghi (ministro era Carfagna) responsabile attuativo del contratto istituzionale di sviluppo per il Molise.
C’è chi continua a non escludere che possa venir fuori una soluzione diversa, finora non considerata o non considerata abbastanza. Il 6 maggio, per esempio, il governatore uscente Toma sarà alla convention azzurra a Milano… In ballo, poi, c’era anche l’ipotesi del presidente del Consiglio Salvatore Micone per i centristi.
Nell’entourage di Roberti ieri si percepiva malumore: il silenzio prolungato, soprattutto dopo che il centrosinistra ha ufficializzato la scelta sulla leadership di Gravina, appare come un cattivo presagio. Ma lui, il sindaco testardo e “lupo solitario”, ha dimostrato più di una volta di riuscire a raggiungere gli obiettivi che, politicamente, si è posto.
ppm

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