Il 25 e 26 giugno i molisani non sceglieranno uno tra Gravina e Roberti (e Iorio). Sceglieranno se stare dalla parte del Molise o dalla parte del basso Molise.
Il candidato del centrodestra Francesco Roberti, senza nemmeno aspettare la conclusione dei lavori della convention di Forza Italia, dove qualche ora prima era stato ‘incoronato’ alla guida della coalizione, si è imbarcato su un aereo nottetempo per incontrare nella “sua” Termoli il coordinatore di Fratelli d’Italia Donzelli per la prima conferenza stampa da aspirante governatore.
A parte la vistosa assenza di Forza Italia al tavolo dei relatori, il fatto di aver scelto il basso Molise come prima tappa ufficiale della campagna elettorale denota le campanilistiche intenzioni – tra l’altro mai nascoste – del sindaco di Termoli, del senatore Costanzo Della Porta (che è pure sindaco di San Giacomo degli Schiavoni), del coordinatore della Lega Michele Marone (che è anche consigliere giuridico del ministro Salvini) e dei sindaci del direttivo del Cosib (Consorzio per lo sviluppo industriale).
Legittimo e sacrosanto. Forse inopportuno. Piaccia o meno, il capoluogo di regione è Campobasso. Lì hanno sede le più importanti istituzioni del territorio (non solo politiche). Ma è facoltà del candidato dettare le linee di indirizzo (così come scegliere il luogo dove dare inizio alla campagna elettorale), che i partiti, ovvio, poi assecondano senza colpo ferire.
L’intenzione di spostare il baricentro della politica nel basso Molise è evidente. Poi ci sono i distinguo, come quelli fatti trapelare dall’entourage dell’inossidabile Michele Iorio.
Le indiscrezioni si susseguono e lo stesso Iorio le ha alimentate convocando, solo dopo qualche minuto che da Milano avevano ufficializzato Roberti, una conferenza stampa che si sarebbe dovuta tenere ieri mattina. Poi, il passo indietro alle 21.30 di venerdì scorso: «In attesa dell’elaborazione dei dati del sondaggio commissionato alla società Euromedia Research – il testo nella nota trasmessa alle redazioni da Iorio – si comunica che la conferenza stampa indetta per domattina (sabato, ndr) alle ore 11 al Centrum Palace di Campobasso è rinviata ai prossimi giorni».
Cosa è successo e cosa c’entrano i sondaggi: fonti qualificate riferiscono che il sondaggio (ma potrebbero essere due, quello commissionato dal senatore forzista Lotito e uno dallo stesso Iorio) con cui il centrodestra sta testando una serie di nomi (tra cui Roberti, Iorio e Cavaliere) darebbe Iorio in netto vantaggio su Roberti. Circostanza che avrebbe indotto l’ex presidente a fare una capatina – l’ennesima di questi giorni – presso la sede romana del suo partito. In via della Scrofa venerdì pomeriggio si sarebbe intrattenuto a lungo con un gruppo di dirigenti di Fratelli d’Italia, tra cui Arianna Meloni (sorella della premier Giorgia). Insieme a loro avrebbe discusso della rilevazione statistica. Ovvio che di fronte ad un dato simile, la leadership sarebbe stata tutta da discutere nelle prossime ore, al più tardi ad inizio settimana.
Ma proprio mentre Iorio stava lasciando la sede capitolina di Fratelli d’Italia, è stato fatto circolare un testo WhatsApp che ufficializzava la candidatura di Roberti al vertice del centrodestra, con il benestare di Giovanni Donzelli (Fratelli d’Italia), Stefano Locatelli (Lega), Maurizio Gasparri (Forza Italia), Lorenzo Cesa (Udc), Maurizio Lupi (Noi Moderati) e Vincenzo Niro (Popolari per il Molise).
La notizia ha mandato l’ex governatore su tutte le furie. Ecco dunque perché avrebbe voluto incontrare la stampa e mostrare – si apprende – i risultati del sondaggio. Nel frattempo sarebbe intervenuto il ministro Fitto, che oltre ad essere il riferimento di Iorio nel partito, è amico dello stesso di vecchia data. Fitto lo avrebbe convinto a riflettere almeno fino a lunedì.
Il condizionale è d’obbligo perché il telefono dell’ex presidente di lungo corso è rigorosamente spento. I suoi collaboratori riferiscono che fino a lunedì non risponderà a nessuno.
Ma è evidente che di mezzi per comunicare Iorio ne avrà più di qualcuno. E non è da escludere che la notte tra venerdì e sabato l’abbia trascorsa lavorando alla strategia. Sin dalle prime ore di ieri mattina, infatti, indiscrezioni assai attendibili lasciate trapelare con la formula «io non ti ho detto nulla, mi raccomando» raccontano di una intensa trattativa tra Iorio, pronto ad autosospendersi da Fratelli d’Italia, e i gruppi dirigenti di Azione e Italia Viva.
Sul tavolo la formazione del Terzo Polo molisano. Alla coalizione aderirebbero Iorio per il Molise (la lista con cui l’ex presidente ha appoggiato Toma nel 2018) e i due partiti di Calenda e Renzi.
Lo scopo – fa sapere chi è a conoscenza dei fatti – non è quello di fare dispetto a qualcuno ma di creare una alternativa in grado di raccogliere l’evidente malcontento che serpeggia in entrambi gli schieramenti. Quindi, catalizzare il consenso (e i voti) di chi non è soddisfatto del centrodestra e del centrosinistra e altrimenti non si recherebbe alle urne.
Ovvio che non serve essere politologi o esperti di flussi elettorali per comprendere che il danno maggiore lo subirebbero Roberti e i suoi. Del resto, nei cinque anni in Consiglio regionale Iorio è stato tra i più strenui oppositori del governo regionale. È vero, non c’è più Toma. Ma assessori e maggioranza sono tutti coperti, allineati e pronti a sostenere Roberti. Sono i medesimi che lo stesso Iorio ha ripetutamente messo all’indice. In estrema sintesi: se le ricostruzioni non fossero ipotetiche, non ci sarebbe affatto da meravigliarsi dell’atteggiamento di Iorio.
Tra le ipotesi c’è anche quella che l’ex presidente possa fare un passo indietro e rientrare nei ranghi. Pare che dopo la tappa di Termoli, Donzelli abbia provato (e non è escluso che ci sia riuscito) ad incontrare il “dissidente”. Nel corso delle interviste rilasciate in riva all’Adriatico, il responsabile organizzativo di Fratelli d’Italia ne ha tessuto le lodi: «Michele – ha detto – è un ottimo dirigente di partito, sicuramente lui e tanti altri avevano la possibilità di essere degli ottimi presidenti di regione, ovviamente capisco che in questo momento possa ritenere di sentirsi dispiaciuto, è normale. Ma Michele è una risorsa validissima che cercheremo di sfruttare per questa terra, e non solo, ma anche per il bene di tutta Italia, nel miglior modo possibile». C’è chi in quel «bene di tutta Italia» vede un incarico da sottosegretario.
Il tempo, come sempre, sarà giusto giudice. Chi conosce Iorio si dice certo che non cederà. La sua – la tesi fatta trapelare – è una battaglia di principio. Se si decide con il sondaggio, non si può poi decidere di cambiare le carte in tavola in corso d’opera.
A chi agli amici di Iorio chiede: ma Aldo Patriciello? La risposta è: resterà dove è perché ha raggiunto l’accordo con la Meloni per la candidatura in Fratelli d’Italia alle elezioni europee del 2024. È noto, infatti, che l’eurodeputato proprio non ha digerito l’ingresso del cognato Vincenzo Cotugno in Forza Italia e per questo non le avrebbe mandate a dire al senatore Lotito.
Ecco, Lotito. Altra incognita. Il patron della Lazio ha parlato fino a metà settimana, quando ha affidato all’Ansa (sede di Roma) la notizia del sondaggio. Poi è calato il silenzio e nemmeno è stato citato nel WhatsApp con cui i vertici della coalizione hanno ufficializzato Roberti. E, ancora, la sospetta assenza al tavolo termolese di ieri.
Affinché il quadro possa essere più chiaro trascorrerà qualche ora. Al centrodestra va in ogni caso riconosciuto un merito storico: quello della sintesi. Se le tessere dovessero trovare la giusta collocazione, complicato (per il centrosinistra) sperare in defezioni: pancia in dentro, petto in fuori e pedalare verso la meta.
La partita è aperta e non esistono pronostici – almeno allo stato dei fatti – che possano essere considerati indicativi.
Luca Colella