Il domani può attendere. Se fosse il remake di un film con James Bond, potrebbe intitolarsi così.
Alle regionali del 25 e 26 giugno 2023, Molise Domani non ci sarà. Questa la decisione che sarebbe stata presa nel confronto che si è svolto ieri fra le varie anime del movimento. Condizionale d’obbligo finché non ci sarà un documento ufficiale atteso nelle prossime ore.
Nessuna intenzione di tirare sgambetti al centrosinistra, o meglio di aiutare con una lista autonoma il centrodestra, ma col fronte progressista che si presenterà ai molisani fra un mese e mezzo o poco più il contenitore di associazioni civiche, che aveva proposto il giornalista Domenico Iannacone come candidato presidente, ritiene di avere poco o nulla a che fare.
«Il segretario del Pd Facciolla dice al vostro giornale che parte del programma della coalizione è stato elaborato da noi. Ha ragione. Ma la seconda parte del suo ragionamento, quando ci invita a non “sposare” nomi bensì un “progetto”, non è realizzabile. Perché al tavolo del centrosinistra – racconta una fonte interna a Molise Domani – di fatto ci hanno escluso. E perché noi non ci siamo innamorati di un nome, riteniamo però che la credibilità nell’interpretare un programma sia fondamentale».
All’inizio del confronto, Molise Domani ha avuto momenti difficili, e fisiologici, che hanno portato a cambiamenti interni. Sergio Pastò, ex primario del Cardarelli eletto presidente del movimento (nato dall’aggregazione di diverse proposte civiche e di sensibilità differenti), ha mollato, convinto che il tavolo progressista non desse alla “discontinuità” con i precedenti governi di centrodestra e centrosinistra il giusto valore.
Quindi, sono seguite alcune riunioni del fronte progressista senza la presenza di rappresentanti del movimento. «Quando siamo tornati alle riunioni, ci siamo trovati di fronte a un identikit del candidato presidente che era tutto il contrario di quello che, per esempio, ci si aspetterebbe dai 5 stelle: un politico, attualmente nelle istituzioni, per esempio in Regione ma non solo, iscritto ai partiti o movimenti… Di fatto: la casta!».
Molise Domani ha provato a sfondare il muro della politica anche scrivendo ai leader nazionali Conte e Schlein dopo la proposta, avanzata al tavolo dalla portavoce Nicolina Del Bianco, di Iannacone.
Che catalizzava su di sé il gradimento di esperienze distinte e distanti, come quelle dell’ex senatore Peppino Astore, dell’ex deputato ed ex governatore Giovanni Di Stasi, entrambi di centrosinistra, di don Antonio Di Lalla e di esponenti più moderati come Lorenzo Cancellario,
È finita come si sa. Il candidato presidente è Roberto Gravina. «Se quando, qualche mese fa, lo abbiamo chiesto, ci avessero detto che c’era la possibilità di candidare il sindaco 5s di Campobasso a presidente, non avremmo scomodato Iannacone. Invece ci fu risposto: “Gravina? No, non esiste”. Capite bene che la sensazione di essere stati presi in giro, visto come è andata, è gigantesca… E allora no, la lista a sostegno no. Almeno la dignità vogliamo salvarla».