Sabato a mezzogiorno scadono i termini per la presentazione di liste e candidati alle regionali del 25 e 26 giugno. Cinque giorni di fuoco per far quadrare il cerchio, convincere gli indecisi, scoraggiare, perché no, quei pretendenti convinti di aver fatto abbastanza gavetta per tentare il ‘salto’. Insomma c’è ancora tanto da fare in questa settimana che chiuderà la fase preliminare alla campagna elettorale che poi sfocerà nelle consultazioni regionali. Ad oggi nemmeno lo schema di partenza è ben delineato. Ai blocchi di partenza i due maggiori schieramenti: centrodestra e centrosinistra-5 stelle che schierano il sindaco di Termoli e quello di Campobasso. A riprova del fatto che in queste consultazioni la politica si è ripresa tutti gli spazi finora ceduti alla società civile. La cancellazione della surroga (l’ingresso automatico del primo dei non eletti al consigliere nominato assessore) ha di fatto complicato la vita ai cosiddetti cespugli, i partiti più piccoli che, bene che vada, mandano in consiglio regionale un solo rappresentante. Il che fiacca e non poco il morale dei ‘portatori’ d’acqua consapevoli di rimanere tali malgrado gli sforzi.
Ancora nessuna notizia ufficiale anche sul numero delle liste ai blocchi: sarebbero otto quelle in campo nello schieramento ‘conservatore’, cinque in quello progressista. Senza voto disgiunto potrebbe apparire una gara già vinta a tavolino. Ma così non è. O meglio potrebbe non esserlo. Il centrodestra ha governato la Regione negli ultimi cinque anni. Quanto pesi in termini di voti questa eredità difficile dirlo. Così come è altrettanto azzardato quantificare il valore aggiunto del candidato presidente del centrosinistra.
C’è poi la partita al centro, ancora molto tormentata: le varie anime (Azione, Italia Viva, Molise al centro e Insieme) non riescono a trovare la sintesi. E a questo punto sembra assai improbabile una corsa solitaria. A fare da deterrente soprattutto lo sbarramento all’8% per le coalizioni. Il polo dei moderati alla fine potrebbero spaccarsi e a quel punto liberi tutti di andare dove si vuole.