Dalla nomina del Garante dei diritti (l’ex consigliera regionale Paola Matteo) annullata dal Tar alla designazione dell’altro ex inquilino di Palazzo D’Aimmo Nico Romagnuolo a capo del nucleo industriale di Bojano che ha causato strascichi giudiziari per la giunta uscente (Toma e i suoi assessori rischiano il processo per abuso d’ufficio). Il candidato presidente del centrosinistra Roberto Gravina parte da qui per dar voce a quanti chiedono un atteggiamento completamente diverso nelle scelte.
«Uno dei punti che vanno subito affrontati sin dai primi giorni di quella che sarà la nuova legislatura, è quello di rendere efficiente la macchina amministrativa, attuando scelte trasparenti che pongano l’attenzione su meriti e competenze – ha detto ieri Gravina – Vanno subito prodotte azioni strutturali che riguardino l’apparato dirigenziale della Regione perché ciò è essenziale per governare i processi di sviluppo che andranno progettati e messi in atto e, quindi, allo stesso modo, andranno in breve tempo valutate con trasparenza le varie nomine in scadenza».
L’obiettivo, ha chiarito, è evitare «situazioni imbarazzanti per l’istituzione regionale, come quelle che sono state collezionate in questi anni». Il rischio che invece si ripropongano con il centrodestra è concreto «visto che da quella parte riproporranno la stessa identica squadra» e quindi probabilmente anche «l’idea che ha portato la macchina amministrativa regionale a incagliarsi ripetutamente».
Nel mirino di Gravina pure gli accordi pre elettorali stretti dagli avversari e resi noti dagli stessi protagonisti. Per esempio, l’ex governatore Iorio, rientrato nei ranghi, avrà un posto in giunta in caso di vittoria. Rassicurazione arrivata «prim’ancora di sottoporsi al giudizio degli elettori, a dimostrazione che da quella parte politica non vi sono intenzioni per un reale cambiamento e che coloro che hanno messo la propria firma sotto le azioni politiche e amministrative del quinquennio che ci stiamo mettendo alle spalle, sono già pronti a farsi riassegnare praticamente gli stessi posti dai quali hanno contribuito a creare la situazione attuale, salvo poi, come è accaduto, scaricare tutte le responsabilità su un unico nome, ovvero quello del presidente Donato Toma, che rappresentava lo stesso centrodestra di oggi. Non ricandidare il solo presidente ma ricandidare in blocco tutti i componenti della giunta uscente – ha detto in conclusione Gravina – rende chiaramente l’idea di un mondo politico di centrodestra che tende ad autoconservarsi al di là dei meriti acquisiti sul campo e questo tutto può garantire tranne che quel cambiamento di passo di cui la nostra gente e la nostra regione hanno bisogno».

Commenta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.