«Il provvedimento varato dal governo Meloni per spalmare in dieci anni il disavanzo della Regione condanna il Molise a un debito insanabile». I quattro consiglieri 5s uscenti e ricandidati alle elezioni del 25 e 26 giugno criticano aspramente il contenuto del decreto, ricordano che in campagna elettorale gli allora aspiranti parlamentari «che oggi esultano» promettevano l’azzeramento del debito e l’arrivo di maggiori risorse per la sanità. «Invece questa è una cambiale in bianco», dicono Andrea Greco, Angelo Primiani, Vittorio Nola e Fabio De Chirico. Una spada di Damocle che condiziona, avvertono, anche il futuro immediato di quanti hanno partecipato e parteciperanno ai tanti concorsi banditi nelle ultime settimane da Asrem, Arsarp, Sviluppo Italia Molise, Grim e altri enti subregionali: «Non potranno essere assunti perché senza l’approvazione del bilancio quelle misure verranno bloccate».
Ogni anno, ai 19 milioni che via Genova deve già appostare per «sanare il disavanzo finanziario strutturale, accumulato in anni di “mala gestione”, si andranno a sommare altri 15 milioni annui che di fatto priveranno i cittadini di servizi essenziali, assistenza e piani di intervento per far uscire il Molise dall’impasse generata dal governo di centrodestra», attacca Greco. È questo, aggiunge, che va spiegato ai deputati e senatori Della Porta, Lancellotta e Lotito. A quest’ultimo, che ha rivendicato l’operazione come misura che risana il bilancio e rilancia lo sviluppo, Greco riserva l’accusa di «analfabetismo politico, non ha capito neanche cosa ha votato il governo. L’unica strada da percorrere era quella indicata dalla Corte dei Conti, un intervento straordinario per sanare il disavanzo, non una cambiale in bianco».
Nola prosegue: «Nel 2018 Toma disse che in garage a via Genova c’era una Ferrari e che solo lui era in grado di guidarla. Adesso ce l’hanno pignorata la Ferrari. Il futuro non passa per questa classe dirigente che ha trasformato il Molise nel Titanic».
Oltre ad aumentare il disavanzo pro capite dei molisani, che è già a 1.700 euro, lo spalma debiti condizionerà pesantemente il prossimo governo, di qualunque colore politico. «È come se avessimo preso un malato grave e lo avessimo scaricato davanti al pronto soccorso senza neanche preoccuparci di sapere che terapia gli sarà somministrata», così Primiani che fa appello alla maggioranza a portare almeno in Aula il bilancio di previsione.
Il Mef è stato severo nella concessione dell’aiuto, di fatto – sintetizza De Chirico – solo una deroga al principio per cui il deficit va coperto nell’esercizio in corso (e per questo la Regione può dilazionare la copertura del disavanzo accertato al 31 dicembre 2021 dal 2023 e per i successivi nove anni). «Roma non ci ha riconosciuto neanche le condizioni più favorevoli utilizzare per il debito della Sicilia. Perché questa classe politica – affondano i 5s – non ha credibilità ed è ora di voltare pagina. Continuare a guardare la nave che affonda, colpita dall’iceberg dei debiti, dimostra invece che questo centrodestra non ha a cuore le sorti di un Molise chiamato ad uno scatto d’orgoglio per evitare l’annegamento», concludono.