Amministratore pragmatico con un pedigree politico. Il centrodestra consacra Francesco Roberti nella prima convention di coalizione a Campobasso. Partiti e movimenti compatti e insieme ai parlamentari dicono: «È lui l’uomo giusto arrivato al momento giusto» per mettere mano ai problemi del Molise e risolverli.
Dal palco del Centrum Palace i toni sono assertivi ma non trionfalistici. Pronti a chiedere ancora la fiducia agli elettori, dicono tutti, declinando ognuno un motivo – un’opera sbloccata, un decreto spalma debiti portato a casa, il sostegno del governo amico – e tutti allo stesso tempo avvertono: ogni voto è prezioso e va chiesto. I sondaggi, aggiunge qualcuno degli intervenuti, lasciano il tempo che trovano.
Si alternano gli interventi dopo il breve saluto introduttivo di Roberti. Marone per la Lega, Di Sandro per Fratelli d’Italia (che si prepara ad accogliere domani il responsabile nazionale organizzazione Donzelli), Di Pietro per l’Udc, Lotito per Forza Italia, Niro per i Popolari, Pian per “Il Molise che vogliamo”, Stefano Sabatini per la lista del presidente “Il Molise in buone mani”. Parlano ai rispettivi candidati, presenti in sala coi simpatizzanti, dettando parole e concetti chiave, suggerimenti. Non mancano le rivendicazioni territoriali del basso Molise (Di Pietro) smussate con la prospettiva di espandere un modello che funziona anche alle aree interne e più in difficoltà di tutta la regione.
I parlamentari Della Porta, Lancellotta, Cesa e Patriciello completano il quadro richiamando, come ha già fatto Lotito, l’opportunità di dare al Molise una filiera istituzionale corta, ma pure le azioni già messe in campo dall’esecutivo Meloni come, appunto, lo spalma debiti e i provvedimenti per la stabilizzazione dei precari Covid. Infine, la necessità (nell’intervento appassionato e motivante dell’eurodeputato) di stare accanto al tessuto produttivo e commerciale del Molise con una Regione smart, efficace e trasparente, un palazzo di vetro. «Riconnettiamo il Molise al sistema Paese. C’è un governo nazionale stabile, coeso, questa filiera – si dice certo Patriciello – darà al Molise quello di cui ha bisogno».
Roberti chiude la convention con l’impegno ad assumersi una responsabilità che sa essere molto grande. Glielo dice ogni mattina un suo concittadino al bar sotto casa, racconta: ma sei sicuro che vuoi proprio prenderti questo guaio? Lui è convinto di riuscire a mettere, ripete il suo slogan, «il Molise in buone mani», di dare ai tanti giovani andati via per trovare lavoro (molti suoi ex studenti) una possibilità per tornare, alle tante famiglie in difficoltà economiche o di disabilità politiche sociali più robuste. «Senza cattiveria, odio e polemiche, che non ci appartengono».
Poi le linee programmatiche: «Abbiamo un numero di abitanti che potrebbe essere quello di un grosso Comune, ci vuole buon senso e capacità di essere un amministratore, i finanziamenti – pochi o adeguati che siano – devono essere spesi con credibilità, idee chiare e moderazione. Se si fa questo avremo vantaggi, condivisione e unione, che forse gli ultimi tempi si sono un po’ perse. Siamo una grossa comunità, siamo persone per bene e abbiamo diritto di avere un governo che ci ascolti».
Le priorità, aggiunge, riguardano le infrastrutture e la sanità. «Dobbiamo puntare necessariamente su un sistema di infrastrutture che garantisca i collegamenti da Venafro fino a Termoli, collegare l’A14 con l’Autostrada del Sole, il porto di Napoli con quello di Termoli e all’interno di tutto questo sistema realizzare le piattaforme logistiche che creeranno sviluppo nelle varie zone soprattutto in quelle interne. Ci sono tante misure che possono rendere appetibili i consorzi industriali, per esempio le Zes. Devono essere messe a sistema per attrarre le multinazionali sul nostro territorio». E c’è bisogno di azioni per garantire credito alle piccole e medie imprese.
Per la sanità, è presto detto ciò che serve: «Dobbiamo far capire a Roma che abbiamo gli stessi diritti degli altri italiani, non si può pensare di programmare i servizi sanitari secondo il numero degli abitanti perché questo sistema condanna il Molise. La Costituzione, è noto a tutti, garantisce la salute e le cure a tutti. Indifferentemente».
Gli avversari battono da giorni sullo stesso tasto: il centrodestra ha cambiato solo il leader, dietro di lui ci sono gli stessi che governano da 20 anni e hanno causato danni. «La differenza sono solo io? Beh me ne vanto – risponde Roberti – perché chi mi conosce sa che sono una persona determinata, disponibile all’ascolto e che si assume le responsabilità. Io ci metto la faccia».
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