Sopralluoghi, colloqui, telefonate. Difficile che una notizia come l’arrivo del ministro della Salute in un ospedale – in piena campagna elettorale – possa restare a lungo riservata. E infatti la voce circola insistente da un paio di giorni: il 16 giugno Orazio Schillaci dovrebbe (vorrebbe o potrebbe, il ventaglio dei verbi utilizzabili è ampio ma tutti sono al condizionale) incontrare i dipendenti del Cardarelli. Al Cardarelli.
Si dice anche che alla richiesta la direzione sanitaria del presidio, oggi guidata da Celestino Sassi, avrebbe mostrato disponibilità pur chiarendo che a decidere è l’azienda sanitaria. Dalla commissaria straordinaria Gollo, al contrario sarebbero pervenuti perplessità e osservazioni contrarie. Un paio di giorni fa si sarebbe svolto comunque un sopralluogo per individuare la location più adatta.
Non solo. Pare che chi sta organizzando la visita di Schillaci avrebbe sondato anche la possibilità di incontrare i sindaci riuniti nella Conferenza dell’Asrem. Che per sottoporgli i problemi, peraltro più che evidenti, della sanità, manifestarono a Roma qualche mese fa e una delegazione poi lo incontrò grazie ai “buoni uffici” del senatore di Fratelli d’Italia Della Porta che aveva fissato l’appuntamento.
Schillaci è certo un tecnico, ma è in quota FdI. E una sua visita, addirittura in ospedale, per quanto sia ancora un’ipotesi è già diventata un caso.
«Se la notizia che circola ha delle corrispondenze reali, sarebbe innanzitutto indispensabile chiarire se si tratta di una richiesta che parte dal ministro e dal suo entourage ministeriale o se vi è il tentativo di qualcuno in corsa qui in Molise come candidato, di coinvolgerlo in una visita che avverrebbe in piena campagna elettorale e si svolgerebbe in luoghi che non andrebbero coinvolti in momenti del genere ed è superfluo dire il perché», commenta il candidato presidente del centrosinistra Roberto Gravina.
«Si tratterebbe – prosegue – di una visita che avviene ora, improvvisamente, a pochi giorni dal voto e che, invece, prima non è avvenuta per mesi, tant’è che, come Conferenza dei sindaci, alla fine ci siamo dovuti noi recare a Roma per poter interloquire con il ministro. Se la visita avvenisse il 27 giugno, a urne chiuse, credo che gli stessi molisani lo preferirebbero, perché a nessun abitante di questa regione – conclude Gravina – piace essere strumentalizzato in funzione elettorale, soprattutto su un tema, come quello della sanità, che interessa ognuno di noi in prima persona e va risolto nel concreto e senza passerelle».