Si è candidata alle regionali di fine giugno, nella lista “Il Molise in buone mani – Roberti Presidente”, per cambiare le sorti della sua terra. Pasqualina Cristofano è determinata a dare un contributo importante in questa direzione anche e soprattutto per via della sua storia personale e imprenditoriale. Una vita, sottolinea con orgoglio, in cui è riuscita sempre a raggiungere gli obiettivi, nonostante tanti ostacoli e difficoltà, quelli che incontra qualsiasi ragazza che nasce e sceglie di restare ad abitare nelle aree interne.
Pasqualina Cristofano, lei è un’affermata imprenditrice tessile a Cercemaggiore. Come è nata l’idea di aprire un laboratorio sartoriale?
«È nata da una promessa che ho fatto alle donne del mio paese nel 1985. Ero già impegnata in politica allora e diedi la mia parola che avrei avviato un’iniziativa che desse loro la possibilità di lavorare. Due anni dopo il sogno si realizzò».
Oggi la sua azienda conta decine di dipendenti, anche all’estero.
«Sì, oggi rappresentiamo una realtà solida e una grande famiglia. In questi giorni di campagna elettorale, in cui sono costretta a stare lontana dal laboratorio, sento la mancanza delle mie collaboratrici. Con loro ho un rapporto e un legame filiale».
Non è stata una passeggiata però.
«Certo. La strada è stata lunga e tutta in salita. Sono caduta tante volte e altrettante volte mi sono rialzata. I problemi per chi fa impresa ci sono, ci sono sempre stati e ci saranno sempre».
Quanto l’ha aiutata il suo carattere?
«Molto, come sempre fin da piccola. I miei genitori erano contadini e immaginavano per me un futuro in campagna, a occuparmi di allevamento e produzioni agricole. Io invece ho voluto proseguire gli studi. Può immaginare quanto sia stato difficile convincerli»
Lei è nata a Barrea, una delle oltre 60 contrade di Cercemaggiore. Era un’impresa perfino raggiungere la scuola da lì.
«Ha ragione. Quando ero bambina non c’erano le arterie stradali di oggi, per arrivare a scuola bisognava percorrere almeno un paio di chilometri a piedi. Era un sacrificio enorme anche perché a quei tempi la neve scendeva copiosa e quando si scioglieva lasciava i terreni come paludi. Due chilometri ogni giorno con qualsiasi condizione climatica: vento, gelo, acqua, fango. Ma per me il diploma delle medie e poi quello delle superiori erano obiettivi fondamentali. Significavano futuro, indipendenza e libertà».
Dopo una vita trascorsa dietro le quinte, adesso ha scelto di mettersi in gioco. Perché?
«Ho visto tante persone che a Cercemaggiore si sono fatte vedere solo in campagna elettorale, hanno preso molti voti e poi sono sparite. Ho scelto di scendere in campo in prima persona, accettando l’invito del presidente Francesco Roberti che ha allestito una lista con professionisti, imprenditori, volti nuovi. Nessun consigliere uscente o ex consigliere regionale. Vuol dire che giochiamo tutti alla pari, non ci sono posizioni blindate. In questa squadra sento di poter dare un contributo per il mio paese e per il Molise».
Lei sa che la situazione del Molise è critica. Come pensa di poter cambiare le cose?
«So benissimo che la Regione sta attraversando un periodo di difficoltà e che sarà complicato rimettere in sesto la sanità, garantire altri servizi essenziali come la viabilità e i trasporti. Io posso assicurare che mi impegnerò senza risparmiarmi, difendendo con tutte le forze le ragioni del Molise e lavorando sodo come ho sempre fatto nella mia vita professionale. Non prometto l’impossibile, però voglio provarci, voglio farlo per i giovani e per gli anziani, per chi soffre, per chi è solo, per chi non riesce a sbarcare il lunario. Approfitto dell’occasione per invitare i miei concittadini di Cercemaggiore e più in generale quelli del Molise a recarsi, il 25 e 26 giugno, alle urne. Votare è il più importante dei diritti che ci è concesso. Ma è anche un dovere: solo con una partecipazione attiva consistente potremo provare a cambiare le cose».
ppm

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