Presidente Conte, partiamo subito da quello che è stato il principale argomento elettorale del centrodestra in questa campagna per le regionali in Molise: il Movimento 5 stelle qui si presenta insieme al Pd, mentre lei anche negli ultimi giorni, prima della manifestazione di sabato, ha ribadito che al momento un’alleanza organica col Pd è fuori luogo.
«In Molise con il Pd abbiamo trovato la sintesi sulle priorità del territorio e sui temi. Ci alleiamo solo quando possiamo realizzare davvero gli impegni che prendiamo con i cittadini nel programma. I miei Governi hanno centrato l’80% degli obiettivi presentati agli elettori e questa è la migliore garanzia per chi ci vota. Non siamo come i partiti di centrodestra che si presentano uniti alle elezioni e una volta preso il voto si dividono e cambiano posizione su tutto. Un esempio per tutti: avevano promesso di tutelare le imprese edilizie del Superbonus, hanno preso i voti e le hanno tradite. A Roma qualche giorno fa queste imprese erano in piazza con noi, contro il Governo. A livello nazionale non possiamo parlare di alleanza organica con il Pd per un motivo molto semplice: nonostante i nuovi punti di contatto su storiche battaglie del Movimento contro il precariato e per il salario minimo, su altre questioni come ad esempio guerra, corsa al riarmo e transizione ecologica abbiamo posizioni diverse. Siamo una forza politica seria, ai cittadini diciamo le cose per come stanno».
Sul Molise Elly Schlein e lei avete fatto una scommessa comune.
«La scommessa la vincerà il Molise, grazie al programma e alle proposte di Gravina».
La coalizione è guidata da un amministratore 5s, il sindaco di Campobasso Gravina appunto. È la prima volta, un riconoscimento per i risultati che anche alle politiche vi hanno premiato in Molise ma anche una “responsabilità” e un rischio in caso andasse male.
«Con Gravina siamo certi di presentare ai molisani un programma vicino alle esigenze quotidiane dei cittadini. È un sindaco competente e giovane, che conosce benissimo il territorio e la macchina amministrativa. Ha già dimostrato nella sua attività quotidiana di avere a cuore le soluzioni alle difficoltà di famiglie e imprese».
Gli indicatori demografici sono impietosi per la XX Regione. Di conseguenza anche quelli economici. Solo la scorsa settimana Bankitalia ha descritto un’economia che continua ad andare a rilento. Come si può invertire il trend ed evitare di chiudere i battenti?
«Investendo sullo sviluppo. Quando ero a Chigi al Molise avevamo già dato segnali in questo senso, attraverso il percorso del Contratto istituzionale di sviluppo da oltre 200 milioni. Puntiamo su misure per incentivare gli investimenti in Molise e mettere gli imprenditori nelle condizioni di restare qui: accompagnare le imprese nei processi di innovazione e transizione tecnologica, favorire le filiere che valorizzano le peculiarità e l’artigianato molisano, rendendolo competitivo. D’altronde le ricette del centrodestra le conosciamo: al Governo hanno cancellato le misure per l’industria e hanno tirato il freno a mano alla crescita del Paese. Continueranno a fare lo stesso qui, bisogna voltare pagina».
L’autonomia differenziata può diventare la pietra tombale?
«La “patriota” Meloni ha svenduto a Salvini l’unità del Paese per mero calcolo politico ed elettorale in occasione delle Regionali di inizio anno. Il progetto di questo Governo rischia di diventare la pietra tombale sul futuro del Paese, sulle urgenze di superamento dei divari esistenti non solo tra Nord e Sud ma anche tra aree più sviluppate e più depresse dello stesso Nord. Tra l’altro questo piano autonomista cozza con gli obiettivi del Pnrr, che prevede il superamento delle troppe disparità tra territori su sanità, scuola, infrastrutture».
Come contrasterete il ddl Calderoli?
«Lo stiamo già contrastando in Commissione Affari costituzionali. Dopo l’inequivocabile allarme lanciato sul Servizio Bilancio del Senato, che ha chiaramente detto che il disegno è economicamente insostenibile, abbiamo chiesto un’indagine conoscitiva sugli aspetti finanziari del ddl. Ci opporremo nelle Istituzioni e nel Paese».
L’emergenza, ormai drammatica, qui in regione è legata alla sanità. E non potersi curare significa anche emigrare più velocemente. Cosa si può fare?
«Si deve ristabilire un equilibrio tra sanità pubblica e privata, a favore della prima. Con il M5S si tolgono le mani dei partiti sulla Sanità: se nelle aziende sanitarie le amicizie politiche vengono prima della competenza a rimetterci sono i cittadini, con servizi sanitari inefficienti o scadenti. La coalizione progressista guidata dal nostro Roberto Gravina propone le Case di Comunità, che andrebbero a colmare le difficoltà in molti piccoli comuni per raggiungere l’ospedale Vogliamo tagliare le liste di attesa ed evitare l’intasamento delle poche strutture presenti. È urgente diventare attrattivi per i medici e il personale sanitario, invertendo uno dei principali problemi che è quello della carenza di personale. I cittadini molisani pagano le tasse sulla sanità tra le più alte d’Italia e molto spesso non possono godere neppure dei servizi essenziali: è una situazione molto grave e chi l’ha causata in questi anni non può sicuramente risolverla. Gravina può invertire la rotta».
Al Molise servono infrastrutture. Quali sono le vostre proposte?
«Naturalmente occorre intervenire sulle infrastrutture, sulla viabilità interna, su una strada a 4 corsie che colleghi il Molise ai grandi centri di Roma e Napoli, ma anche sulle infrastrutture digitali, per ridurre al minimo il digital divide. Questi piccoli splendidi borghi e questi paesaggi spesso incontaminati, che sono la vostra caratteristica, grazie alle infrastrutture adeguate diventerebbero finalmente luoghi di attrazione turistica e di sviluppo».
La marginalità e la precarietà, a partire dal lavoro, sono fenomeni in crescita anche qui.
«Su questo abbiamo portato in piazza 20mila persone a Roma per respingere al mittente le politiche di Giorgia Meloni. Condannare al precariato i lavoratori vuol dire impedire ai giovani di progettare un futuro, avere dei figli, una famiglia, acquistare una casa. Non so se il centrodestra si è accorto che anche il ceto medio rischia di sparire fra carovita, aumento di mutui e affitti senza che il Governo muova un dito. In pandemia promettevano 1.000 euro con un clic ai cittadini, ora voltano le spalle a queste emergenze. Sono totalmente inaffidabili».
Lei condivide che la tornata elettorale del 25 e 26 giugno sia l’ultima chiamata per il Molise? E perché?
«Sì. Perché ho visto i numeri di decrescita e di abbandono di questa bellissima terra, quelli sulla disoccupazione. E sono impietosi. Roberto Gravina con tante donne e uomini, professionisti, persone della società civile che si sono messi in gioco in questa coalizione progressista, lo hanno fatto proprio spinti dalla voglia di salvare il Molise, dalla profonda delusione per una politica regionale che ha collezionato disastri. O tutti i molisani, spinti dallo stesso spirito, decidono di darsi questa opportunità e ripartire dalle macerie, oppure questa regione rischia il declino se mette le sue speranze nelle mani di chi ha già avviato questo processo».
Se vince la destra?
«Ai cittadini dico di impegnarsi, partecipare e andare a votare per scongiurare questa possibilità. Solo con Gravina il Molise si rialza».
E quale modello di Molise propone agli elettori la coalizione progressista guidata da Gravina?
«Gravina è la persona giusta cui affidare il timone della Regione affinché su sanità, infrastrutture, ambiente ed economia non si perda mai la rotta degli interessi reali dei cittadini. Sono certo che andrà dritto per questa strada senza compromessi, costi quel che costi».

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