Quella che era un’abbuffata si è trasformata in spuntino. La spending review impone che nei Cda delle società partecipate – lì dove si consumava l’arrembaggio trasversale della casta – vadano i dipendenti dell’amministrazione. Nel caso di Cda a tre componenti due saranno dipendenti regionali, un solo esterno e svolgerà le funzioni di amministratore delegato. Il ddl Frattura-Niro che lunedì sarà al vaglio dell’Aula lo prevede espressamente.
Comunque, all’ordine del giorno del Consiglio di Palazzo Moffa ci sono oltre 40 punti (dei complessivi 53) riguardanti il rinnovo delle cariche negli enti subregionali. Revisori dei conti di numerosi istituti e agenzie, le 14 donne della Commissione per le pari opportunità, il Difensore civico. Qualcosa è rimasto ai consiglieri. Diciamo, un panino. Il termine per procedere scade il 22 agosto. Con un’avvertenza: se non lo farà l’Assise entro il 19, nei successivi tre giorni toccherà al presidente del Consiglio l’infornata (ovviamente su indicazione dei capigruppo). Circostanza che si è già verificata nel primo mandato di Mario Pietracupa al vertice di Palazzo Moffa. Il bottino è quello che è. Ma per esempio figure come il Difensore civico o il Tutore dei minori sono sicuramente qualificanti. Nella rosa dei papabili a questo tipo di incarico qualche mese fa si è fatto il nome di Pio Maurizio, avvocato e candidato nel listino del centrosinistra nel 2011.
Al governatore Paolo Frattura e all’esecutivo toccheranno le scelte di maggiore peso: i vertici delle società partecipate che attuano le politiche di programmazione del governo regionale. Gli avvicendamenti riguarderanno, fra gli altri enti, Molise Acque, Sviluppo Italia Molise, Finmolise, Arsiam e la fondazione Molise Cultura. Il Cda di Molise Dati, invece, scadrà l’anno prossimo. Restando sintonizzati sulle indiscrezioni, filtrano i nomi (o le ambizioni) dell’ex consigliere regionale del Pd Antonio D’Alete (che non negava qualche mese fa un interesse per l’ex Erim ma che oggi è lanciato anche verso Sviluppo Italia) e di Peppe Di Fabio (già sindaco di Campobasso e spin doctor del presidente Frattura sempre nella campagna per le regionali 2011) che in tanti vedrebbero all’Arsiam. Sono le prime ipotesi, visto che finora di nomine si è parlato poco negli ambienti politici. Secondo i più maliziosi non è escluso che qualche nominato da Iorio possa rimanere al suo posto. Si dice, per esempio, di Domenico Testa (Sviluppo Italia) e di Teresio Di Pietro (Finmolise). D’altro canto, l’Udc – di cui Di Pietro è coordinatore regionale – a Isernia è scesa in campo con lo schieramento del centrosinistra di Brasiello.
La nuova maggioranza è pure alle prese con il rinnovo dei dirigenti regionali. Ambita la carica di top manager (e pure in questo caso sono in molti a scommettere sulla conferma di Antonio Francioni). Ci sono poi da indicare i quattro direttori d’area. E c’è da scegliere il nuovo segretario generale del Consiglio di via IV Novembre. Il contratto di Adriana Di Iorio è scaduto a inizio luglio, al suo posto – ad interim – c’è Francioni. La successione, dalle voci che circolano, potrebbe essere in rosa. Potrebbe spuntarla, infatti, Alberta De Lisio, attuale dirigente del Servizio Avvocatura della Regione.

 

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