Avvocato, 57 anni, da tempo direttore dell’ufficio legale e del dipartimento di staff dell’Asrem. Fabio Cofelice è una delle new entry della XIII legislatura. Primo eletto della lista “Il Molise in buone mani – Noi moderati”, direttamente collegata al presidente Roberti, arriva a Palazzo D’Aimmo con un bagaglio importante di consensi, 2.697 preferenze, a coronamento di un’esperienza iniziata cinque anni fa, con il movimento “Molise nostro”, che poi preferì non competere in quella tornata. Entra nell’Assemblea legislativa, soprattutto, con un’emozione particolare. Non la nasconde né trattiene la commozione al ricordo di suo padre Mirco: esponente di spicco della Democrazia Cristiana, dal 1975 al 1993 assessore regionale al Bilancio, al Turismo, poi ai Lavori pubblici.
Cofelice, un successo netto, suo e della coalizione.
«Partirei dalla coalizione. L’affermazione alle regionali è frutto della forza del progetto del centrodestra. Sicuramente c’ stato anche l’effetto trainante del governo Meloni, ma le liste erano molto competitive. E poi c’è stata l’offerta di una nuova lista, direttamente collegata al presidente Roberti, che è andata molto bene. Oltre a me, c’è anche il sindaco di Petacciato Di Pardo. È stato premiato dagli elettori il rinnovamento che era alla base del progetto. Facce nuove che abbinano al rinnovamento competenze e capacità di ascolto. Sotto questo aspetto, è evidente la marcia in più dei sindaci, bravissimi a tradurre in consenso il loro impegno a favore della cittadinanza. E vorrei spendere qualche parola anche per la candidata di Cercemaggiore, Pasqualina Cristofano, che ha totalizzato 600 voti, ed è una straordinaria imprenditrice. Riesce in un’area interna a fare impresa e a dare lavoro a 30 persone».
Lei e Di Pardo rappresenterete il contributo di tutti i candidati della lista in Consiglio regionale, immagino.
«Certo. Mi auguro che questo contributo venga valorizzato e che il presidente definisca criteri che riguardano sia la competenza professionale sia il risultato ottenuto. Se si è ottimi politici ma se non si possiedono competenze, e al contrario se si è competenti ma non politici, non si è adatti fino in fondo al ruolo che si è chiamati a rivestire».
Che ruolo intende giocare Cofelice?
«Un ruolo che risponda in qualche modo alle mie competenze, in tutti i campi in cui ci sarà necessità di un supporto».
La sanità, avvocato, vive un momento drammatico.
«In questo campo auspichiamo, attraverso la linea collaborativa del governo di centrodestra, il superamento della fase commissariale e la riappropriazione da parte del Consiglio regionale della programmazione in sanità, come stabilito dal Titolo V della Costituzione».
Questo può rappresentare una svolta anche per provare a risolvere l’emergenza personale?
«Beh sì. Il Consiglio regionale comunque ascolta le esigenze del territorio, che non possono essere mortificate da decisioni di Ministeri che non hanno per nulla presenti i bisogni di una regione piccola, con pochi abitanti distribuiti su una superficie che presenta gravi criticità nei collegamenti. Voglio dire che probabilmente a Roma non conoscono nemmeno le condizioni orografiche e infrastrutturali che invece vanno tenute in considerazione nella programmazione dei servizi ospedalieri, con particolare riguardo alle reti tempo dipendenti».
Pronto a trasferirsi in via IV Novembre, dunque.
«Non prima di aver ringraziato gli elettori che mi hanno dato la loro fiducia e a cui garantisco il massimo impegno per onorarla. Un pensiero particolare, non può essere altrimenti, va ai dipendenti della sanità. In generale, la mia gratitudine a coloro che hanno creduto nel progetto di rinnovamento della nostra lista che non includeva consiglieri uscenti. E naturalmente alla mia famiglia, che ha partecipato a questa campagna elettorale e che molto spesso è stata sacrificata a fronte degli impegni necessari ad assicurare la mia presenza sul territorio».
Varcherà quella soglia con un’emozione in più.
«Sì…».
Non trattiene la commozione, quasi scusandosene. Poi riprende.
«Provo una grande emozione nel seguire le orme di mio padre, che è stato eletto quattro volte in Consiglio regionale. Spero di aver raccolto almeno in parte un’eredità che in questa campagna elettorale mi è stata sicuramente utile».

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