Non è passato inosservato, nel silenzio di uffici sguarniti dai turni di ferie e dal fisiologico avvicendamento degli staff che precede quello delle cariche istituzionali, il trasloco in corso dal quarto al terzo piano. A trasferirsi, in queste ore, è l’ex numero uno di Palazzo Vitale.
Donato Toma, infatti, sta per lasciare anche ufficialmente le stanze della presidenza della Regione, al quarto piano appunto. Attende solo di accogliere Francesco Roberti dopo che il governatore eletto alle regionali del 25 e 26 giugno, dopo che sarà proclamato, per il cambio della guardia. E poi, armi e bagagli, si sposterà accanto alla direzione generale della Salute, al terzo piano, per continuare fino a nuovo ordine il lavoro da commissario della sanità.
Nelle scorse ore sono stati spostati computer e fascicoli di Toma nell’ufficio del sub Marco Bonamico, che al rientro da Roma ieri ha di buon grado accettato di condividere il piano con il commissario, organizzando diversamente gli spazi. «In attesa delle decisioni del governo stiamo continuando a seguire insieme alcune partite complesse, per esempio il pagamento alle strutture private di minori dimensioni da parte dell’Asrem, con cui sono convenzionate», ha spiegato Toma a Primo Piano.
Dopo l’insediamento di Roberti, il governo Meloni potrebbe decidere in breve tempo di nominare il neo presidente come suo delegato al piano di rientro dal debito sanitario. Fino a quel momento, però, il presidente uscente ritiene di essere regolarmente in carica nel ruolo che gli affidò il governo Draghi.
Allo stesso modo, ha aggiunto, «sono commissario per la ricostruzione post sisma (per il terremoto del 2018 del basso Molise, ndr) e in quel caso il decreto di nomina, firmato dalla presidente del Consiglio Meloni, reca la data del 31 dicembre prossimo».
Pure per questa attribuzione lo staff di Toma ha individuato una stanza in via Sant’Antonio Abate, nella sede della Protezione civile. Problemi di scrivanie, dunque, non ce ne sono.
Non c’è stato però al momento ancora alcuno scambio con il successore. Roberti sta probabilmente aspettando che il Tribunale di Campobasso concluda le verifiche sui verbali delle 393 sezioni elettorali e trasmetta le risultanze alla Corte d’Appello che poi procederà alla proclamazione del presidente e dei 20 consiglieri regionali. Quando l’incarico sarà ufficiale, si dedicherà al passaggio di consegne.
Metaforicamente, sul tavolo del neo governatore ci sono dossier che presentano i caratteri dell’estrema urgenza, per utilizzare un linguaggio amministrativo. Oltre che dell’estrema difficoltà. Basti pensare al varo del bilancio di previsione, che verosimilmente rappresenterà il primo atto importante della futura giunta (il decreto spalma debiti consente di approvarlo perché scagliona in dieci anni la copertura dei 130 milioni di disavanzo accertato al 31 dicembre 2021). Poi c’è la sanità. Con la scelta del nuovo direttore dell’Asrem, intanto. L’elenco degli idonei è stato approntato dalla commissione di esperti e la giunta Toma ha dato il via libera. Roberti potrà procedere con decreto appena riterrà. Infine, la partita da aprire con Roma (in questo caso chiarendo il ruolo di Toma) per il superamento del commissariamento e la deroga al dm Balduzzi per poter realizzare quanto promesso in campagna elettorale: assicurare ai molisani un’assistenza completa, quindi un Dea di II livello o comunque una efficace rete per le malattie tempo dipendenti. Risolvendo, come prima cosa e almeno in parte, la gravissima carenza di medici e di professionisti sanitari in genere che affligge l’azienda sanitaria pubblica.

r.i.

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