Era nell’aria, ora è ufficiale: la lista del presidente Roberti ottiene due seggi, quella di Fratelli d’Italia quattro. Quindi, il sindaco di Petacciato Roberto Di Pardo entra in Consiglio regionale in luogo dell’uscente – e per qualche ora rieletta – Aida Romagnuolo.
Lo ha deciso la Corte d’Appello con un provvedimento in autotutela.
«Si comunica che l’Ufficio centrale regionale presso la Corte di Appello di Campobasso per le elezioni del presidente della giunta e del Consiglio regionale del Molise del 25 e 26 giugno 2023 ha, in data odierna (ieri, ndr), provveduto, in via di autotutela, a rettifica dei voti residuati e a conseguente rideterminazione dei seggi spettanti alla lista “Fratelli d’Italia” e “Noi moderati”, con proclamazione a consigliere regionale del candidato Roberto Di Pardo (lista “Noi moderati”) in sostituzione della candidata Aida Romagnuolo (lista “Fratelli d’Italia”) e con conferma della restante parte della proclamazione relativa al presidente della giunta e dei consiglieri regionali effettuata in data 06 luglio 2023».
L’errore pare sia scaturito nell’attribuzione dei resti, operazione non semplice e resa probabilmente ancora più complessa da una legge – quella molisana – che qualche profilo di stranezza lo ha palesato sin dalla sua approvazione. Non a caso un pool di legali, su impulso dell’avvocato Vincenzo Iacovino (candidato non eletto della lista Costruire Democrazia), sta lavorando ad un ricorso di incostituzionalità della norma.
Alla luce del nuovo pronunciamento della Corte d’Appello, nell’Aula di via IV Novembre siederanno quattro consiglieri di Fratelli d’Italia (Salvatore Micone, Quintino Pallante, Armandino D’Egidio e Michele Iorio); tre di Forza Italia (Nicola Cavaliere, Andrea Di Lucente e Roberto Di Baggio), due del Molise che vogliamo (Stefania Passarelli e Gianluca Cefaratti), due di Noi moderati (Fabio Cofelice e Roberto Di Pardo), uno dei Popolari per l’Italia (Vincenzo Niro) e uno della Lega (Massimo Sabusco).
Aida Romagnuolo che per qualche ora ha riassaporato l’ebbrezza dell’elezione, ha fatto sapere di non volersi «arrendere» e che continuerà a lottare «sempre al fianco dei molisani». Non lo afferma palesemente ma sembra evidente che anche lei proverà a far valere le sue ragioni attraverso i tribunali.
«Molto si è scritto e disquisito – si legge in una nota a firma dell’ex consigliera – in questi giorni del “seggio ballerino”, conteso tra il maggiore partito a livello nazionale, Fratelli d’Italia, in cui ero candidata, e una lista civica locale, per l’attribuzione del “famigerato” tredicesimo seggio in Consiglio regionale. Ho ottenuto, come noto, un consenso plebiscitario, in cui pochi, anche della mia stessa coalizione, credevano, oltre 2.600 le preferenze tributatemi (senza contare i tanti voti annullati, anche solo per meri refusi), molteplici gli attestati di stima e affetto della gente comune, che ha creduto nel mio progetto politico. Un progetto che ha visto nella vicinanza alle persone, alle famiglie, ai giovani, ai bisognosi, ai disoccupati, ai diversamente abili, il suo tratto connotante. Da cittadina e donna onesta che crede nelle istituzioni – ancora Romagnuolo –, non v’è stato un paese, in Molise, in cui io non mi sia recata per ascoltare le “grida di aiuto”, doloranti se non strazianti, dei residenti e portarle (con tutte le difficoltà del caso) nella sede deputata a legiferare. Varie sono state, in questi anni, le proposte di legge da me presentate e approvate in sede consiliare a tutela dei più fragili, le interrogazioni e mozioni a mia firma, gli sproni, che molti ricorderanno, alla mia stessa maggioranza per potere fare di più e meglio a favore dei molisani, degli ultimi, e sono molti, di chi vive in situazioni di disagio. Non ho mai anteposto la poltrona al benessere della collettività. Ma tutto questo è scritto, perché l’attività di un consigliere regionale è tracciata. Una volta aperte le urne – afferma Romagnuolo – sono stata considerata fuori, seppur per pochissimo, dal Consiglio regionale, da molti “adepti politici”, poi proclamata eletta dall’Ufficio elettorale centrale, dopo ancora mi è stata comunicata la mia mancata designazione per errori materiali. E stiamo parlando di un “seggio ballerino” e, per l’appunto, “conteso” sin dal primo momento in cui i risultati elettorali sono stati divulgati. Un voto, una preferenza, un seggio costituiscono la più alta espressione di democrazia, tanto più quando quel voto, quella preferenza, quel seggio diventano “sofferti”. Per il grande rispetto che nutro per la volontà popolare e per il mio partito, Fratelli d’Italia, cui l’elettorato, tramite me, ha riposto la sua fiducia, stamattina (ieri mattina, ndr), sul presto, ho formulato istanza di accesso agli atti per acquisire la relativa documentazione, averne lettura e per ogni ulteriore valutazione del caso. Continuerò, nel mio piccolo, a stare al servizio dei più deboli, perché questo fa parte della mia educazione personale e del mio modo di vivere le istituzioni, in cui ho sempre operato, con disciplina e onore, secondo dettato costituzionale. Tanto dovevo, quale diretta interessata, a chi in queste ore mi sta interpellando, sappia che non mi arrendo, che ci sono e ci sarò e che lotterò sempre al fianco dei molisani».