Capo del primo dipartimento della Regione Molise per dieci anni. Custode, promotrice ed esecutrice delle scelte strategiche di due amministrazioni di diverso colore (il centrosinistra con Frattura e il centrodestra con Toma), per Mariolga Mogavero sarebbe arrivato il momento di lasciare Palazzo Vitale. Questo raccontano le cronache dei primi giorni del nuovo corso, quello targato sempre centrodestra ma a firma Roberti che predica e ribadisce: parola d’ordine discontinuità.
Il posto dell’ingegnere, che è una manager esterna, i bookmaker per ora lo assegnano ad Alberta De Lisio. Dirigente di ruolo di lungo corso, si è fatta le ossa ai tempi del governatore Iorio che in lei nutriva molta fiducia. Si è occupata di fondi europei, di protezione civile, ha diretto l’Avvocatura regionale. Gli ultimi anni sono stati di “esilio” alla Centrale unica di committenza dove ha velocizzato i processi nonostante l’organico al lumicino. Colpevole, secondo l’amministrazione, di aver dato l’ok all’accesso agli atti dell’allora capogruppo 5s Greco (nell’ambito del mandato ispettivo dei consiglieri) che chiedeva i documenti relativi alle spese con le carte di credito istituzionali, di recente De Lisio ha vinto in Tribunale ottenendo l’annullamento del provvedimento disciplinare disposto nei suoi confronti.
I rumors la indicano in ascesa anche per questo. Discontinuità è pure revanscismo. Certo, supportato da alcuni dati di fatto, fra questi il curriculum e l’aver fatto domanda (come l’hanno fatta tutti i direttori uscenti) quando ad aprile è stato pubblicato l’avviso per i vertici amministrativi di Palazzo Vitale.
De Lisio, Alberta per molti, è uno dei volti più noti dell’apparato burocratico molisano. Per il carattere e l’approccio agli incarichi che ha rivestito, per dettagli della vita privata che non sono trascurabili nel profilo di un manager pubblico. È felicemente (e orgogliosamente) sposata con Carlo Alberto Manfredi Selvaggi, fra i più apprezzati magistrati della Corte dei Conti, di cui è stato procuratore oltre che in Molise in Emilia Romagna e Puglia. Da un paio di mesi è in aspettativa perché il governo Meloni, il ministro Fitto in particolare, gli ha affidato la guida della cabina di regia del Pnrr.
Il direttore del dipartimento III, che si occupa fra l’altro di personale, Claudio Iocca invece sarebbe in procinto di traslocare in via IV Novembre, al seguito dell’ex assessore Quintino Pallante che le indiscrezioni di inizio mandato vedono in pole position per la presidenza del Consiglio. Iocca diventerebbe segretario generale dell’Assise. La carica è ancora ricoperta da Sandra Scarlatelli che, a sua volta, seguirebbe Salvatore Micone nel passaggio contrario: dal vertice del potere legislativo all’esecutivo. Per Scarlatelli, come De Lisio e Iocca da anni dirigente interno della Regione, si profilerebbe l’assegnazione del II dipartimento (che ha fra le competenze le politiche agricole).
Altri due capi dipartimento sono esterni: Massimo Pillarella, per il quale però non tutti prevedono lo spoils system (ha intessuto buoni rapporti per esempio con uomini chiave della maggioranza) e Manuel Brasiello, che non sembra avere santi politici in paradiso secondo il chiacchiericcio di queste ore.
Infine, da rinnovare entro inizio agosto c’è anche il contratto del direttore generale della Salute. Attualmente è Lolita Gallo, dirigente della Regione che ha da anni un’ambizione: chiudere la carriera al vertice dell’Asrem. È nell’elenco dei 13 idonei alla guida dell’azienda sanitaria approvato dalla giunta Toma in zona Cesarini. Con la scelta che la riguarda, qualunque sarà, il presidente Roberti di fatto ne compirà due.

r.i.

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