Forza Italia ha alzato la posta: un assessore e la presidenza del Consiglio. Sarebbero queste – secondo fonti qualificate interne al partito – le richieste avanzate dal coordinatore Lotito al resto della coalizione. Richieste motivate dalla necessità di provare a non lasciare Nicola Cavaliere, primo eletto degli azzurri, senza incarichi.
In subordine, il senatore patron della Lazio avrebbe chiesto un posto in giunta e la casella del sottosegretario.
Nell’esecutivo – secondo il progetto forzista – dovrebbero entrare uno tra Di Lucente e Di Baggio. Di Lucente è in pole, ma il sottosegretario uscente non molla e, da quanto si apprende, avrebbe dalla sua proprio Lotito. La presidenza del Consiglio (o il posto da sottosegretario) andrebbe a Cavaliere, che in giunta, considerato che Roberti non vuole uscenti, non può entrare.
Complicato che Fratelli d’Italia ceda qualcosa. Anzi, pare che Donzelli abbia detto «no!».
Non è da escludere che Forza Italia possa ottenere il sottosegretario (è invece da escludere il vertice dell’Assemblea) ma bisognerebbe comprendere quanto interessa a Cavaliere ricoprire l’incarico. In tal caso va da sé che Niro dovrebbe accontentarsi della presidenza di una Commissione.
Per quanto intricata la matassa, entro lunedì mattina le caselle di vertice dovranno essere per forza di cose definite. Durante la prima seduta del Consiglio saranno infatti assegnate anche le Commissioni. Sarebbe impossibile stabilire che Di Lucente – tanto per fare un esempio – presiederà la Prima senza sapere se lo stesso entrerà in giunta o meno.
Il ritardo dei partiti – che è un problema – almeno dalle apparenze non sembra preoccupare Roberti. Nel corso dell’evento di cambio della denominazione del Gemelli, incalzato dai cronisti il presidente è apparso sereno e soprattutto molto determinato: la giunta c’è ed è operativa, quando Roma – il suo ragionamento – troverà la quadra, definirò il resto della squadra.
Due le priorità, tra l’altro già più volte ribadite: bilancio e sanità.
Senza il bilancio – ha spiegato il governatore – sono a rischio milioni di euro di finanziamenti che vanno attivati con la compartecipazione finanziaria della Regione. In parole povere, per ottenere due milioni per l’opera “X” è necessario che via Genova partecipi alla spesa con 100mila euro. Senza il cofinanziamento, i due milioni sono persi. E senza il bilancio è tecnicamente impossibile partecipare alla spesa. Un disastro nel disastro.
Roberti ha anche reso noto che il prossimo 1° agosto vedrà i ministri Schillaci e Giorgetti per definire «una squadra che consenta il cambio di passo all’interno dell’Asrem». Il presidente ha parlato di «buchi e ombre» aggiungendo che è il momento di fare chiarezza su «appalti e servizi che costano il doppio di altrove».
Infine, un riferimento al numero del personale sanitario, elevatissimo rispetto a quello di altre regioni: 3.100 operatori per 290mila abitanti, in altri luoghi 2.100 operatori per 500mila residenti. Allora – il suo ragionamento – c’è carenza di risorse umane o il personale è impiegato male e in posti sbagliati?
Andremo avanti – ha assicurato – con praticità e pragmatismo.
Come dire: le chiacchiere le lasciamo agli altri.

lu.co.

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