È stato eletto al primo scrutinio: 14 voti sui 14 della maggioranza hanno portato Quintino Pallante sullo scranno più alto di Palazzo D’Aimmo. Lo stesso da cui hanno diretto le attività dell’Assise Lelio Pallante e, prima di lui, Gabriele Veneziale, «interpreti autorevoli, competenti e gentili della presidenza del Consiglio regionale». A loro, entrambi scomparsi prematuramente e suoi familiari, Pallante ha voluto dedicare il pensiero finale del suo intervento d’esordio.
A guidare la prima parte della seduta di insediamento, «non senza emozione», il consigliere più anziano Michele Iorio (accanto a lui i più giovani, Greco e Primiani come segretari). Ha inaugurato la XIII legislatura ricordando di averne conquistato nove. Non solo di rito i suoi auguri al governatore, agli assessori e ai consiglieri. Consapevole della «notevolissime attese dei molisani» si è detto anche certo che «saremo tutti all’altezza». Non solo di maniera è stato neppure il passaggio della guardia con il collega di Fratelli d’Italia dopo il voto che ha scelto il presidente dell’Assemblea per i prossimi due anni e mezzo. La rivalità politica fra Iorio e Pallante non è un mistero, nessuno dei due la nasconde. Un accenno di abbraccio, il sorriso dell’ex governatore e la pacca finale sulla spalla di “Quintino” hanno reso perciò verace il saluto.
Il primo obiettivo del nuovo numero 1 di via IV Novembre è «riavvicinare la politica ai cittadini» invertendo una tendenza che le ultime consultazioni hanno consolidato. Su questo, ha proposto all’Aula Pallante, «non ci possono essere divisioni, deve essere una battaglia comune». Ha garantito collaborazione, ascolto sia delle sensibilità politiche presenti in Assemblea sia del territorio. «Il Consiglio deve tornare ad essere centrale e guadagnare anche snellezza e velocità». Bisogna, ha aggiunto, «riaprire finalmente il dialogo con il governo nazionale» e può farlo meglio un Consiglio «forte, coeso, unito nella difesa dell’identità regionale».
Poi la prima fiammata. «Ero certo dell’elezione di Quintino, soprattutto dopo che ha parlato Fanelli. Lei è un oracolo al contrario», la stoccata del governatore Francesco Roberti. Breve passo indietro. La capogruppo uscente del Pd qualche minuto prima aveva preso la parola per auspicare «un cambiamento di merito e di metodo» ma anche per rimarcare «una giunta monca, non in piena attività, dopo un mese dalla proclamazione. La XIII legislatura – aveva concluso – parte male, come era finita la XII». Oracolo al contrario, ha quindi ironizzato Roberti. «Con simpatia», ha poi cercato di smussare. La composizione dell’esecutivo, ha aggiunto, è frutto di decisioni di una coalizione, «i problemi ci sono quando in un unico partito ci sono mille correnti…». Secondo colpo. Oneri e onori a chi ha preso il 62%, ancora il presidente della Regione. «Per chi ci vuole stare, porte aperte. Chi vuol venire qui a prendere il fresco d’estate e il caldo d’inverno, legittimato dal popolo…», pazienza. E ancora: «Viviamo tutti in questa regione. Serve un sano esame di coscienza e lavorare nel modo migliore possibile per i molisani».
L’elezione di Pallante, un punto del patto che dovrebbe portare fra qualche ora almeno all’ingresso di Micone in giunta per FdI, non è mai stata veramente in discussione o in bilico. Ma si sa, meglio monitorare. Tra i primi ad arrivare ieri mattina a Palazzo D’Aimmo il senatore Costanzo Della Porta. Più tardi lo raggiunge la deputata Elisabetta Lancellotta, i kingmaker dell’operazione, che hanno seguito ogni fase del ragionamento interno alla maggioranza fino all’indicazione all’Aula, da parte di Roberti, del nome di Pallante. Tutto è filato liscio.
Un franco tiratore ha invece riposto intonsa nell’urna la scheda per la scelta del vice di maggioranza, Stefania Passarelli, che ha ottenuto 13 voti. Sette le preferenze espresse per Vittorino Facciolla (Pd e vice in quota minoranza). La “bianca” è di sicuro del centrodestra. Forse un “messaggio”, un “graffio” a Patriciello, convenivano i più. L’ex sindaca di Pozzilli è prima eletta del “Molise che vogliamo”, la lista dell’eurodeputato.
Nessun problema, invece, per Fabio Cofelice: in 14 lo hanno promosso segretario del Consiglio (quindi la lista del presidente Roberti è ufficialmente fuori dalla partita per l’esecutivo). Sette i voti per Angelo Primiani (5s), che rimane nell’ufficio di presidenza.
rita iacobucci