Aumento delle aliquote, utilizzo dei fondi destinati agli investimenti per coprire parte del disavanzo, un altro mutuo, azzeramento delle risorse per la compartecipazione ai programmi europei. «Di preciso non sappiamo ancora nulla su come intenda muoversi la giunta Roberti per il bilancio, ma tutte le ipotesi che stanno circolando, che potrebbero materializzarsi anche tutte insieme, indicano una cosa sola: che siamo in braghe di tela».
Vittorio Facciolla, segretario del Pd fino al congresso che si terrà in autunno e confermato consigliere dem a Palazzo D’Aimmo prende atto pubblicamente di un dato: di tutto ciò che il centrosinistra ha denunciato in questi mesi i molisani non hanno tenuto conto visto che hanno assegnato la vittoria alle regionali allo stesso schieramento che non è riuscito ad approvare il bilancio perché i numeri del disavanzo sono ormai da dissesto. Allo stesso tempo, però, incalza il “nuovo” esecutivo, sempre di centrodestra, «a fare presto e trovare soluzioni. Quelle che sono circolate francamente sono, ripeto, solo la prova che siamo in braghe di tela».
A margine della conferenza sulla presentazione del ddl “taglia indennità”, Facciolla focalizza coi cronisti il tema più spinoso dell’avvio della XIII legislatura. «Credo che il centrodestra debba correre per provare ad approvare un bilancio di previsione. Siamo a fine luglio. Se il documento fosse varato a fine agosto o a settembre dovrebbe governare i processi decisionali di questa Regione per tre mesi. Mi sembra più un consuntivo di ciò che non è stato neppure programmato… Oltre a dimostrare il fallimento amministrativo e anche politico di questo centrodestra. Ma i molisani di tutto questo non hanno tenuto conto se è vero, come è vero, che abbiamo votato un mese fa e il centrodestra ha raggiunto il 63% dei consensi, i nostri rilievi non hanno raggiunto lo scopo desiderato. Poco male – ironizza –, vuol dire che ci meritiamo un governo regionale che immagina di proporre un bilancio di previsione 2023 magari il 31 dicembre 2023».
Mentre è in corso l’interlocuzione con il Mef per definire in maniera esatta il debito e capire come il governo nazionale può aiutare la Regione a venir fuori dalle secche, poco si sa ancora delle manovre che saranno messe in campo. Ma di certo quando Roma va in soccorso di un ente dal punto di vista finanziario chiede garanzie concrete.
«Noi abbiamo capito innanzitutto che intendono (gli esponenti del centrodestra, ndr) portare le aliquote al massimo, dopo un governo dello stesso colore politico. Un fallimento in re ipsa». Ma il sacrificio, prosegue l’esponente dem eletto lunedì vicepresidente del Consiglio di minoranza, potrebbe non fermarsi qui. «Se si deciderà anche di utilizzare i fondi Fsc, destinati agli investimenti, per coprire il debito. Se serviranno altri mutui per coprire altro debito e ulteriori risorse per azzerare il costo della compartecipazione ai programmi di sviluppo europei, che significa azzeramento o ritardo sui fondi Ue, capite bene che siamo in braghe di tela. Però aspettiamo il bilancio per capirlo, perché finora non è accaduto ancora nulla. Aspettiamo il bilancio, e ripeto la sollecitazione a fare presto, per capire se salvaguarderanno o no i fondi per compartecipare ai programmi europei, quelli del Fsc per gli investimenti e se ci ritroveremo con un altro mutuo che graverà sulle future generazioni più che sulla nostra in maniera devastante».
r.i.

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