Ha aspettato l’indicazione di Fratelli d’Italia fino alle 18 di ieri pomeriggio – e l’attesa di Francesco Roberti durava oramai già da almeno due settimane –, poi ha deciso e firmato il decreto, pubblicato poco dopo le 19 sul sito della Regione. È Andrea Di Lucente il terzo assessore della sua giunta, curerà fra le altre cose le attività produttive, l’ambiente e l’energia e le risorse umane. Ed è anche vicepresidente.
Forza Italia guida l’esecutivo con la prima e la seconda carica. Il partito della premier Meloni, il primo della coalizione di centrodestra alle regionali, invece per ora resta fuori. Finché non avrà risolto le sue questioni interne. Quanto tempo? È difficile dirlo. Di sicuro, lo avrebbe anche confidato ai suoi interlocutori in questi giorni complicati, il governatore non è disposto a uno stillicidio di decreti e decisioni. Anche perché adesso c’è davvero solo da lavorare.
«Con i componenti dell’esecutivo che avevo già nominato (Cefaratti a cui ha affidato il bilancio e Marone che ha la delega alle Infrastrutture, ndr) stiamo già affrontando i dossier più urgenti – il commento di Roberti a Primo Piano – Con l’ingresso di Andrea, a cui come ho fatto con gli altri colleghi ho conferito deleghe basandomi in qualche maniera anche sulle competenze e sulle esperienze maturate, andremo avanti in maniera decisa. Naturalmente nell’interesse del Molise e dei molisani».
Ma cosa è accaduto con Fratelli d’Italia? «Non ho ricevuto le loro indicazioni e ho proceduto con quella che invece da Forza Italia mi era arrivata», spiega soltanto. Non apre uno scontro. «Chiedete a Donzelli…», aggiunge solo prima di chiudere la faccenda. E proiettarsi già all’intervento che terrà lunedì in Aula, quando il Consiglio sarà in riunione per ascoltare da lui le linee programmatiche e, appunto, quelle che hanno portato alla composizione della giunta e all’assegnazione delle deleghe.
I consueti rumors di Palazzo raccontano di una sua irritazione (che però non si coglie nel tono con cui in maniera sintetica ma chiara risponde alle domande dei giornalisti dopo la firma del decreto di nomina di Di Lucente) per il protrarsi di un’indecisione incomprensibile se si pensa che è FdI la forza politica che ha trainato lo schieramento alla vittoria e che ha già incassato, senza alcuna sbavatura, l’elezione al primo scrutinio del presidente del Consiglio regionale (Quintino Pallante).
I meloniani hanno chiesto tre caselle di prima fascia e tra un mal di pancia e un assenso silenzioso le hanno ottenute. Ma poi si sono “incartati” nella designazione dei due assessori. L’impasse poteva essere risolto con un’altra nomina parziale: Micone e Di Lucente e fra qualche settimana il quinto assessore. Ma il governatore non era più disposto a traccheggiare.
Il derby fra l’ex governatore Michele Iorio e il consigliere Armandino D’Egidio (rispettivamente quarto e terzo eletto di Fratelli d’Italia) va inquadrato, è naturale, in una cornice più ampia, un quadro di rivalità interne ormai consolidate. Se è vero, come è vero, che neanche il luogotenente di Giorgia Meloni, Giovanni Donzelli è riuscito a dipanare la matassa in tempo utile per evitare di rimediare quella che per ora è (solo) una figuraccia.
Insieme ai due posti di assessore di FdI resta congelato anche quello di sottosegretario. Che dopo la scelta della vicepresidenza a Forza Italia si allontana definitivamente dalla quota degli azzurri (a meno che Roberti cambi il vice quanto i meloniani risolveranno i loro problemi ma il governatore non pare molto incline ai valzer di nomine). Dietro l’angolo ad attendere per ribadire la richiesta di rappresentanza c’è sempre Niro per i Popolari.
r.i.

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