Ad un mese dall’affermazione del centrodestra, che si è imposto con una vittoria schiacciante e addirittura imprevedibile nelle proporzioni, si apre il capitolo “Provincia di Campobasso”, di cui è ancora presidente il neo eletto governatore Francesco Roberti.
Capitolo importante in un campo minato, dove le mine sono rappresentate dalle intenzioni – palesate da diversi ministri anche in occasione della campagna elettorale delle regionali – che ha il governo di riformare il settore. Ovvero, di restituire alla Province italiane il ruolo antecedente a quello – che è oggettivamente risultato fallimentare – conferito alle stesse dalla riforma Delrio. Partendo proprio dall’elettorato attivo, quindi, restituire ai cittadini la funzione di eleggere i propri rappresentati in seno – nel caso in questione – di Palazzo Magno.
Delegato spesso da Roberti a rappresentarlo in cerimonie ufficiali o incontri operativi, Alessandro Pascale, coordinatore provinciale della Lega, nonché consigliere comunale e provinciale, ingloba in una sorta di analisi complessiva sul momento favorevole al centrodestra, anche le elezioni amministrative di Campobasso e Termoli, che si terranno la prossima primavera, passando, appunto, per il rinnovo del vertice di Palazzo Magno, a meno che il governo, in attesa della riforma, non congeli le caselle e consenta una gestione in proroga.
«Le elezioni politiche di settembre 2022 e le elezioni regionali del Molise dello scorso mese di giugno – argomenta Pacale – hanno chiuso una fase politica, che ha visto il centrodestra tornare al governo nazionale con una maggioranza parlamentare ampia e lo stesso centrodestra, affidatosi al presidente Francesco Roberti, che si è confermato in Molise con una maggioranza, forse, inaspettata. Le due vittorie hanno ridimensionato, una volta per tutte, il Movimento 5 stelle, che dopo l’exploit del 2018 e 2019, ha dilapidato gran parte della fiducia conquistata».
Pascale passa in rassegna l’accordo per le regionali tra 5 stelle e Pd, definendolo – da inquilino di Palazzo San Giorgio – una forzatura dovuta, appunto, alla perdita di consenso: «Sono stati quasi costretti ad allearsi col Partito democratico, tanto osteggiato fino a qualche settimana prima delle elezioni molisane. Basti pensare che alcuni candidati del Pd a Palazzo San Giorgio, anche durante la campagna elettorale, hanno criticato, nelle Commissioni consiliari permanenti, l’operato del sindaco Gravina, del suo esecutivo e della sua maggioranza».
Capitolo elezioni provinciali – il vertice è in scadenza a fine anno, fermo restando la riforma di riassetto – e amministrative della prossima primavera: «Il centrodestra – ancora Pascale – ha la ghiotta chance di chiudere la filiera istituzionale anche con le due città più grandi della provincia di Campobasso. Palazzo Magno avrà un presidente facente funzioni, in attesa di tornare al voto, il cui ruolo sarà determinante per l’immediato futuro. E, per questo motivo sarà importante garantire la rappresentanza istituzionale in favore del capoluogo di regione, che detiene il voto ponderato più elevato, rispetto alle piccolissime comunità (quelle in gioco in questo momento), chiara espressione del valore della rappresentatività territoriale».
Il consigliere della Lega si sofferma su Campobasso, «dove nel 2019 scelte scellerate consegnarono la vittoria al sindaco Roberto Gravina (in fase di decadenza) e al Movimento 5 stelle. Una vittoria grazie a cui, in questi anni, a svolgere il ruolo di consigliere comunale si sono ritrovati candidati eletti con poco più di 50 voti. La rappresentatività del consigliere eletto è stata, pressoché, svilita. E i risultati sono sotto gli occhi di tutti, anche elettorali, considerando che Gravina, seppur di poco, ha perso pure nella sua città contro Roberti».
Secondo Pascale «il centrodestra a Campobasso deve tornare a fare un gioco di squadra con l’obiettivo di far valere, in un’ottica di rappresentanza territoriale, il ruolo guida della regione Molise, sia per numero di abitanti sia per essere il capoluogo di regione. La determinate azione politica del neo presidente Roberti, uomo di esperienza amministrativa con un forte carattere, non può non considerare lo scenario futuro rispetto alle scelte del presente».
All’atto pratico, «i partiti del centrodestra – afferma Pascale – devono iniziare, sin da subito, a sedersi attorno a un tavolo perché, per la città di Campobasso, col governo nazionale e regionale di centrodestra, chiudere il cerchio significherebbe il suo rilancio, con la possibilità di dialogare quotidianamente con ministri, parlamentari, presidente e assessori regionali, col futuro presidente della Provincia, dopo anni in cui abbiamo assistito a uno svilimento del capoluogo, in termini di considerazione politica».
Pascale pone le sue speranze nella «determinate azione politica del neo presidente Roberti, uomo di esperienza amministrativa con un forte carattere, che non può non considerare lo scenario futuro rispetto alle scelte del presente».

G.D’A.

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