Fine corsa per i capi dipartimento esterni della Regione. Mariolga Mogavero e Massimo Pillarella (rispettivamente alla guida del I e del II) lasciano dopo dieci anni al vertice dell’amministrazione. Manuel Brasiello dopo tre anni alla guida del IV (prima era stato dirigente sempre esterno).
La giunta Roberti ha deliberato ieri, su proposta dell’assessore al personale Di Lucente, un assetto transitorio, intanto perché bisogna approvare il bilancio per superare il divieto di assumere che al momento paralizza, da questo punto di vista, Palazzo Vitale. E poi perché il presidente ha intenzione di rivedere l’assetto organizzativo dell’apparato burocratico. La formula dei capi dipartimento, senza un direttore generale (sulla falsariga del segretario generale che per esempio al Comune di Termoli è l’interlocutore della governance politica) non lo convince.
Dal 7 agosto fino al 31 ottobre, dunque, i ruoli apicali della Regione sono affidati a dirigenti di ruolo: Lolita Gallo conserva la titolarità della direzione Salute e assume anche la reggenza del I dipartimento (presidenza della giunta); a Sandra Scarlatelli, segretaria generale del Consiglio, è affidato anche il II dipartimento (ambiente e sistema regionale); Claudio Iocca, confermato alla guida del dipartimento capitale umano (III) prende l’interim delle politiche del territorio (IV).
L’obiettivo di fondo, ha dichiarato a Primo Piano Molise il governatore Francesco Roberti, è realizzare «un assetto più efficace della macchina amministrativa». Non ha negato che anche questa decisione sia un tassello della sua politica di discontinuità. Se le cose non hanno funzionato, è il suo ragionamento, non si possono lasciare le cose immutate. In linea generale non predilige la scelta di manager esterni. Non essendo di ruolo, il rischio è che assecondino troppo la politica. «Al di là delle contingenze, se avessi voluto fare l’imperatore avrei nominato gli esterni… Io preferisco che i dirigenti valutino insieme a me e alla giunta se una decisione è utile al Molise o meno».
Roberti punta, lo ha ribadito, a mettere su una squadra, snella e che abbia lo stesso obiettivo, anche per quanto riguarda la gestione dell’Asrem. Da questo punto di vista si è dichiarato soddisfatto della ricostituzione, da parte del governo Meloni, della struttura commissariale della sanità. Ha dato il suo assenso alla promozione di Bonamico e, ha confermato, ha chiesto all’esecutivo di poter avere una figura di più diretto riferimento suo e dell’apparato politico regionale, Ulisse Di Giacomo, ex assessore alla sanità ed ex senatore. «Figure – è il suo giudizio – che si integrano perfettamente. Con loro due, sono convinto ed è comunque ciò che mi prefiggo, daremo al Molise un’azienda sanitaria efficace».
L’ipotesi che si è fatta strada in queste settimane è di un commissariamento dell’Asrem che, all’esito della ricognizione in corso su appalti e personale e quindi avendo davanti un quadro organico preciso, riesca a incidere decisamente sul modello organizzativo e sull’efficienza nel garantire le cure.
Dg o commissario che sia, chi manderà Roberti in via Petrella? Nell’elenco dei 13 idonei che il governatore ha ereditato c’è l’ex manager Florenzano. «Bravo professionista – ha detto il presidente per ingentilire quella che altrimenti sembrerebbe una bocciatura troppo sonora – ma non rientra nella mia idea programmatica di sanità». Disco rosso per l’avvocato napoletano dunque. E allora chi? «Lo saprete – ha chiuso Roberti – a tempo debito».
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