Venti minuti di intervento in una discussione generale, per esempio per dire la propria sulle dichiarazioni programmatiche del presidente della Regione, possono bastare. Dieci sono sufficienti per esprimere un parere motivato su una proposta di legge prima di votare.
Sono le principali novità della revisione del regolamento interno del Consiglio regionale approvata dall’ufficio di presidenza di Palazzo D’Aimmo guidato da Quintino Pallante e che ora passa alla I Commissione e poi al vaglio definitivo dell’Aula.
L’invito a rivedere i tempi del dibattito era arrivato dal governatore Francesco Roberti nella replica alle critiche espresse nei suoi confronti dalla minoranza durante la seduta di lunedì. Un’esortazione, un’indicazione politica su cui il capo dell’Assise legislativa Pallante si è trovato evidentemente d’accordo se già due giorni dopo ha portato all’attenzione dell’ufficio di presidenza la modifica.
Tutti d’accordo nel dare tempi più «europei», così ha chiesto Roberti facendo riferimento ai dibattiti del Parlamento di Bruxelles molto più snelli di quelli delle Camere e del Consiglio di via IV Novembre, tranne l’esponente 5s Angelo Primiani (che è segretario di minoranza).
Attualmente per la discussione generale è previsto un tempo massimo di 45 minuti, di 20 minuti per le dichiarazioni di voto sui testi e di dieci minuti per esprimere il proprio parere su un articolo. Il dimezzamento era stato sperimentato già nelle sedute telematiche che si sono svolte durante l’emergenza pandemica (secondo la specifica disciplina introdotta con l’articolo 32 bis del regolamento). Adesso sta per diventare definitivo.
La proposta di modifica – sintetizza una nota istituzionale dell’Assemblea – intende innovare e migliorare alcune disposizioni del regolamento interno, «avvicinandolo alla fonte statutaria per alcuni aspetti connessi alla capacità di esprimere al meglio e più efficacemente le funzioni del Consiglio regionale, non solo come organo della legislazione ma come sede delle funzioni di indirizzo e controllo, che lo caratterizzano nel modello di riparto delle funzioni. Le modifiche proposte, quindi, intervengono sulle norme regolamentari che disciplinano i tempi riservati alla discussione in Consiglio, con l’obiettivo di ricalibrare la durata degli interventi in ragione della tipologia di ciascuno di essi garantendo, tuttavia, una discussione corretta, consapevole e competente che non comprima il confronto e il dialogo tra le forze politiche rappresentate».
Per Angelo Primiani, che si è astenuto riservandosi una più efficace opposizione al testo in Commissione e in Aula, si tratta di una «manovra fascista». Gli esponenti della maggioranza hanno come «prima preoccupazione quella mettere a tacere le minoranze e per questo Pallante dà subito seguito a quello che ha chiesto Roberti».
Il vicepresidente di opposizione Vittorino Facciolla ha invece detto sì alla modifica, sulla cui necessità – spiega – in tanti erano d’accordo anche nella passata legislatura. «Il regolamento che abbiamo, per la velocità che la politica oggi deve necessariamente avere, è antidiluviano. Se ogni consigliere parlasse 45 minuti l’Aula sarebbe in ostaggio. Io ritengo che i tempi della rappresentanza non si riducono, li rendiamo europei come molti di noi già da tempo immaginavano – spiega – Si può parlare su ogni articolo o emendamento, si può intervenire per motivare il proprio voto sul testo, in discussione generale. Senza contare che resta, naturalmente, la possibilità di parlare per fatto personale se la discussione esorbitasse dalla politica. Inoltre, noi calendarizziamo i Consigli ogni settimana. È evidente che gli spazi ci sono comunque».

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