Andrea Di Lucente, vicepresidente della Regione dell’altissimo Molise. Una “compensazione” per il vertice tornato sulla costa con il governatore Roberti?
«Sia io che il presidente Roberti siamo amministratori dell’intero territorio. Il Molise è piccolo, parcellizzarlo ancora di più non ha senso. Va però detto che negli anni ci sono state aree del territorio che non sono state adeguatamente valorizzate e tenute in considerazione. Una di esse è l’altissimo Molise (oltre alla costa). Noi “montanari”, però, siamo persone toste: ci siamo rimboccati le maniche e abbiamo cercato di sopperire a questa “disattenzione” sforzandoci da soli.
Avere un esponente proveniente dalle aree interne in giunta è comunque un grande vantaggio: non solo posso portare la voce dei territori all’interno di via Genova, ma fornire una visione più eterogenea, dare quel punto di vista differente che può aggiungere valore. Per troppo tempo gli investimenti si sono concentrati in aree specifiche del Molise, senza considerare che le zone montane sia dal punto di vista turistico che economico danno un grande apporto all’intera regione.
Ho sempre creduto nell’equità delle possibilità: ogni territorio del Molise deve avere le stesse possibilità di sviluppo per poter crescere tutti insieme e bene».
Attività produttive e sviluppo, due delle importanti deleghe che il presidente le ha assegnato. Rappresentano anche la chiave di volta per la sopravvivenza del Molise in autonomia. Quali saranno le sue priorità programmatiche?
«Ne sono onorato. Le attività produttive, dalle piccolissime a quelle più grandi che potremo attirare, sono la base per invertire la rotta. Sarà facile? Sappiamo tutti che non lo sarà, ma le sfide difficili sono anche quelle che appassionano di più. In questi primi giorni da assessore mi sono reso conto che ci sono tante aziende che hanno necessità di lavorare nelle giuste condizioni. La prima azione che la politica deve portare avanti è metterle nelle condizioni di poter operare. Innanzitutto, semplificando le procedure. E poi investendo su quello di cui le aziende veramente hanno bisogno: lavoratori competenti, preparati, attrezzature, digitale e interconnessione con altre realtà, oltre che con l’Università».
Energia e ambiente possono fare la differenza nell’ottica dell’economia circolare.
«Sono due settori che, mai con in questo momento, hanno un’importanza strategica. Le comunità energetiche, l’efficientamento, la necessità anche per le aziende di riconvertire il proprio approvvigionamento sono temi sui quali stiamo già ragionando. Così come sul piano dei rifiuti, al quale lavoreremo anche nel pieno delle ferie di agosto per portarlo già in autunno all’attenzione del Consiglio regionale.
Stiamo ottimizzando questi settori perché li consideriamo strategici per una crescita del Molise. Mi sono reso conto che su alcuni aspetti è stato accumulato un ritardo non più tollerabile. Cittadini, aziende e anche istituzioni del territorio hanno necessità di avere risposte».
Dal punto di vista ambientale ci sono zone della regione, in particolare a ridosso delle aree industriali, i cui abitanti chiedono più controlli e trasparenza nel monitoraggio della qualità dell’aria. Come intende muoversi sull’argomento?
«Abbiamo già avuto un incontro con l’Arpa: i controlli vanno fatti e i cittadini devono poter vivere tranquilli. La sfida è importante: tutelare l’ambiente, ma consentire lo sviluppo del territorio e garantire occupazione. È, però, l’obiettivo di tutti. Gli imprenditori non hanno interesse a devastare l’ambiente, soprattutto in questo momento in cui la tutela della natura è sotto i riflettori. Sono convinto che si potrà trovare il modo di riconvertire. Un esempio che abbiamo già messo in campo è la bonifica di tre siti orfani (in passato discariche) che saranno un progetto pilota per avviare una nuova stagione di attenzione all’ambiente».
È anche assessore al personale. La Regione, al pari dei suoi ospedali, vive un momento drammatico da questo punto di vista. Molto incide anche il bilancio non approvato, ma fondamentalmente c’è bisogno di attrarre “talenti” anche in via Genova. Come?
«Tra il personale della Regione c’è grande qualità, ma questa va sempre aumentata per garantire ai cittadini servizi di livello e al passo con le esigenze in continuo cambiamento. C’è bisogno sicuramente di nuovo personale perché siamo veramente pochissimi. Anche se il Molise ha un rapporto personale-cittadini altissimo, deve garantire gli stessi servizi di altre Regioni che hanno una macchina amministrativa al completo. Serve più gente e serve dare maggiore attenzione ed entusiasmo a quella che c’è. Lavorare per l’ente è poter fare la differenza e ogni persona a via Genova deve essere valorizzata per l’apporto che dà all’amministrazione. Al momento abbiamo la mani legate a causa del bilancio non approvato, ma stiamo già lavorando alla riorganizzazione degli uffici. Avremo sicuramente bisogno di tempo».
Uomo forte di Forza Italia, che con lei ha anche la vicepresidenza della giunta regionale, indicato da Tajani per l’esecutivo. Quale sarà il futuro degli azzurri in Molise?
«Forza Italia ha dimostrato di essere ancora in ottima salute e di poter essere la risposta per una fetta di popolazione che non ama gli estremismi, ma bada alla concretezza e alla solidità di proposte e di idee. È da qui che dobbiamo ripartire per riorganizzare il partito, renderlo nuovamente legato al territorio, punto di riferimento per gli amministratori e per le persone».
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