Come era prevedibile, anzi fisiologico, le dichiarazioni rilasciate a Primo Piano dall’assessore regionale al Bilancio Gianluca Cefaratti (esponente della lista vicina a Patriciello, Il Molise che vogliamo) – che si è detto propenso alle dimissioni da consigliere perché a suo parere «i due ruoli vanno distinti» – hanno aperto il dibattito nella maggioranza “fresca” di elezione (nella maggior parte dei casi di rielezione) a Palazzo D’Aimmo.
«Sono d’accordo con Gianluca (Cefaratti, ndr): l’esperienza della passata legislatura, in cui anch’io sono stata per un periodo di tempo contemporaneamente consigliere e assessore, ci ha dimostrato che per la funzionalità dell’Assemblea e per l’efficacia dei lavori aver abrogato la surroga non è stata la giusta decisione. Il ruolo di chi siede nell’esecutivo è molto impegnativo e chi sostituisce l’assessore quindi ha un compito a sua volta gravoso». A parlare così è Filomena Calenda, prima dei non eletti di Forza Italia. «Se quella delle dimissioni degli assessori sarà la linea che si deciderà di seguire, però, a mio parere non potrà valere solo per un assessore, o solo per un movimento o un gruppo. Dovrà essere seguita per tutti».
Se Andrea Di Lucente, assessore alle Attività produttive e fra le altre cose all’Ambiente, decidesse di rafforzare ancora di più il suo rapporto di fiducia con il presidente Roberti e rimettesse quindi il mandato in via IV Novembre per restare solo componente della giunta, per Calenda si riaprirebbero le porte del Consiglio. Staccata dal terzo eletto Roberto Di Baggio (3.164 voti lui e 1.910 lei), ma comunque portatrice di duemila voti.
Calenda non ha mai staccato la spina dall’impegno sul palcoscenico “regionale”. Anche con post social decisi e molto eloquenti. Segno che la voce secondo cui Roberti avrebbe chiesto agli assessori un passo indietro dal Consiglio per agevolare l’ingresso di chi ha mancato per poco l’elezione non era del tutto infondata. Su questa regola di ingaggio, conferma l’ex assessore al Lavoro, qualche approccio c’era stato anche per quanto riguarda Forza Italia: «Ma sì, se ne era parlato. E il coordinatore del partito, Lotito, avrebbe fatto da garante per tutti noi. Se ho sentito il senatore? Certo, l’ho sentito e so che è in contatto con il governatore. Credo si siano dati appuntamento, per ragionare un po’ di tutto, a dopo Ferragosto».
Il confronto, quindi, sarebbe alle porte. «Il Molise sta vivendo una condizione socio-economica molto difficile, una crisi che credo durerà ancora. È perciò più che mai necessario, anzi urgente, che le istituzioni regionali inizino a entrare nel vivo del lavoro da fare. Sono convinta, anche da questo punto di vista, che con qualche consigliere in più ne guadagnerebbe l’efficacia dell’azione dell’Assemblea legislativa. E anche sotto il profilo politico – prosegue Mena Calenda –, lo abbiamo vissuto nei cinque anni passati, non ci può essere ostaggio di uno e due eletti, intendo non si può avere numeri sempre risicati, soprattutto quando si deve mettere mano a scelte importanti come quella del bilancio».
I tempi sono maturi, si dice ancora convinta. «È chiaro che le scelte sono in capo al presidente della Regione e dei partiti. Sono sicura che il governatore Roberti – conclude Calenda – saprà mettere a posto tutte le tessere del puzzle».
r.i.

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