Dopo più di dieci anni di sostanziale immobilismo, tra proposte, progetti, decisioni assunte e poi revocate, la Regione Molise sembra essere seriamente intenzionata a cedere l’ex hotel Roxy. La struttura alberghiera ormai in disuso, per anni fiore all’occhiello e simbolo della rinascita e del potere del capoluogo, con una delibera di giunta regionale è stata messa nella disponibilità di Invimit, società del ministero dell’Economia alla disperata ricerca di edifici da trasformare, con i fondi a valere sul Pnrr, in residenze per gli universitari.
Un’operazione, sembra di capire, ben congegnata, che potrebbe portare nelle casse del Molise 6 milioni di euro. Tanto quanto – euro più, euro meno – l’allora governo Iorio, correva il 2010, tirò fuori per comprare l’albergo con l’intenzione di realizzarvi la sede unica della Regione.
Sono trascorsi 13 anni e di cose ne sono cambiate tante. Per esempio, è diminuito il numero egli inquilini di Palazzo Vitale e Palazzo D’Aimmo. La Regione ha una sede di proprietà in via Genova che profuma ancora di “nuovo”. Lo stesso dirigente che ha istituito la delibera di cessione dell’ex hotel Roxy dà atto che le esigenze rispetto al vecchio progetto sono notevolmente mutate e che lo stabile (uno solo) dà realizzare sull’area dell’ex stadio Romagnoli, per intenderci a pochi metri da dove attualmente sorge il Roxy, è più che sufficiente per ospitare gli uffici attualmente dislocati tra Palazzo Vitale, via IV Novembre, via Colitto, via XXIV Maggio e via Umberto.
Del resto tra concorsi internazionali di idee, project financing e una moltitudine di ipotesi che si sono susseguite nel tempo, il plesso di piazza Falcone e Borsellino ha subito un inarrestabile decadimento. Per un periodo è stato occupato clandestinamente, probabilmente da immigrati e senzatetto. A maggio del 2014 uno spaventoso incendio ne ha ulteriormente minato la stabilità.
La decisione della giunta Roberti di cedere l’albergo ha colto un po’ tutti di sorpresa. Ma al contempo ha messo più o meno tutti d’accordo. Unica voce fuori dal coro, il capogruppo del Pd in Consiglio comunale Giose Trivisonno, che – almeno dalle accuse mosse dai suoi colleghi del centrodestra – non ha ben compreso le intenzioni della Regione (scrive: «Vendere il Roxy per consentire a qualche privato di edificarci? Un grave errore»).
Di diverso avviso il consigliere regionale, e ancora per qualche giorno sindaco di Campobasso, Roberto Gravina che, evidentemente ha letto con attenzione l’atto varato dall’esecutivo Roberti, tanto da «intravedere una soluzione che merita attenzione», purché rispetti quanto stabilito in Consiglio comunale qualche anno fa.
Nelle premesse del suo intervento, Gravina spiega che sin dal suo primo mandato in Comune ha seguito la vicenda dell’hotel Roxy, «l’hotel che rappresentava il fiore all’occhiello della ricettività alberghiera di Campobasso, poi finito in disgrazia e successivamente acquistato da un privato per essere rivenduto alla Regione Molise dopo poco, con una plusvalenza che puzzava di manovra opaca. Per anni – aggiunge il consigliere regionale – avevamo chiesto attenzione all’amministratore comunale di allora e per essa alla Regione, ma nulla di fatto».
Eletto sindaco, «verificato che l’immobile non fosse pericolante e quindi non si potesse intervenire con ordinanza di demolizione, ho chiesto alla Regione di determinarsi per porre fine a una storia di degrado urbano. Nonostante continue aperture all’allora presidente della Regione volte a lavorare insieme per trovare le risorse finanziarie al fine di costruire la nuova sede regionale e il parco urbano nell’area dello stadio Romagnoli, nulla si è concretizzato se non pericolose voci circa progetti di finanza scriteriati per quantità e qualità della proposta. Con la delibera di giunta regionale appena approvata, la Regione assume una decisione apparentemente assurda ma da una attenta lettura, lascia intravedere una soluzione, tra le tante previste, che merita attenzione ma che dovrà rispettare senza alcun tentennamento quanto deciso dal Consiglio comunale di Campobasso nel lontano 2014».
Il 29 luglio del 2014, il Consiglio comunale approvò un ordine del giorno che fu trasmesso all’allora presidente Paolo di Laura Frattura in cui si chiedeva, tra l’altro, di limitare «ulteriori eventuali volontà edificatorie all’area denominata “Curva Sud” dell’ex Romagnoli».
Con lo stesso ordine del giorno l’Assemblea di Palazzo San Giorgio chiedeva alla Regione di «scongiurare una nuova edificazione sull’area dell’ex Romagnoli, intesa sia come superficie del terreno del campo da gioco, sia come area immediatamente contigua e circostante oggi occupata dai parcheggi, promuovendo e sostenendo la sua trasformazione in parco urbano a disposizione di tutta la cittadinanza».
Gravina conclude affermando che «Campobasso attende da anni un nuovo parco urbano in centro città ed è per questo – ribadisce – che presenterò un’interrogazione urgente al presidente Roberti affinché spieghi in Consiglio le reali intenzioni della Regione in merito, riservando poi una mozione che impegni l’ente a lavorare per un progetto di edilizia pubblica per destinare l’area a servizi per il cittadino».
Sostanzialmente, il pensiero di Gravina: bene la cessione per la realizzazione degli alloggi universitari, purché la Regione edifichi la sua sede nell’area “Curva Sud” e trasformi l’ex rettangolo di gioco e le aree contigue in un parco urbano al servizio della città.
ppm