«Le idee sulla sanità ce le abbiamo chiare. Serve il coraggio. E, guardi, inimicarmi qualcuno per le cose giuste, per dare un servizio migliore ai cittadini è una cosa che non mi preoccupa affatto». Francesco Roberti tira già le prime somme delle scelte compiute, dalla struttura commissariale al nuovo direttore dell’Asrem, Giovanni Di Santo, un medico che ha voluto iniziare il suo percorso manageriale in Molise con la visita all’ospedale Cardarelli. Gesto apprezzato dal presidente che lo ha scelto.
Guarda già avanti il governatore. Intanto, in settimana – anticipa – sarà completata la governance dell’azienda sanitaria unica. «Individueremo i direttori sanitario e amministrativo, saranno personalità di alto profilo che siano a supporto del dg», rimarca confermando un imprinting.
L’interlocuzione col governo nazionale, aggiunge, è avviata ed è proficua. «Ma dobbiamo arrivare a sederci al tavolo con un programma chiaro. Lo avremo dopo che il dottor Di Santo avrà, per esempio, visitato tutti gli ospedali. È chiaro che la priorità è uscire dal piano di rientro, ma per farlo serve anche una pianificazione in cui riusciamo a dimostrare che stiamo invertendo il trend del disavanzo».
Una delle leve, spiega il presidente, è data dall’attrattività delle strutture che nel pubblico va recuperata. Accanto a questa azione, Roberti punta su una «sinergia ben ragionata con i privati, i due più grandi e più attrattivi adesso non hanno più il problema dell’extrabudget. Allora, faccio un esempio, per la diagnostica si può ragionare insieme per azzerare le liste d’attesa» e ottimizzare quindi la presenza di Responsible e Neuromed. Centri che offrono una diagnostica di elevata specialità e che quindi sarebbero chiamati, anche attraverso l’ingresso nel Cup unico, a smaltire esami arretrati.
Altro focus su cui il governatore si è concentrato subito dopo l’insediamento è la riorganizzazione dell’azienda sanitaria unica. Intanto dal punto di vista del monitoraggio preciso della situazione relativa al personale. Dall’anno prossimo partirà, conferma, «un’operazione di efficientamento relativa agli organici per posizionare le figure professionali al loro posto, inquadrandole nel modo giusto». Si riferisce, come ha già avuto modo di chiarire, agli operatori del comparto che non sono più in corsia e svolgono funzioni amministrative (conservando però l’inquadramento “sanitario”). Si profila un confronto serrato coi sindacati, ma – sembra di capire – chi vorrà restare in ufficio diventerà amministrativo.
Il tassello più importante, conclude il capo di Palazzo Vitale, è attivare finalmente il controllo dei costi, o meglio individuare i centri di costo e quindi «avere la situazione monitorata in tempo reale. Sapere quanto spendiamo per i reparti, per la farmaceutica e così via».
Tornare credibili, quindi, agli occhi di Roma. Soprattutto, è l’obiettivo di Roberti, «ripristinare un po’ di ordine e legalità». Pronto a fare la rivoluzione, quindi? È la domanda che viene spontanea. «Siamo obbligati a farla, siamo obbligati a uscire da questa situazione. È la nostra ultima possibilità».
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