Il centrodestra vuole cementificare l’area dell’ex stadio Romagnoli al centro di Campobasso: è l’accusa delle minoranze dopo l’ok del Consiglio regionale all’alienazione dell’ex hotel Roxy. 5s e Pd, rispondono dai banchi della maggioranza, spostano l’attenzione dai problemi seri, per esempio ladifficoltà di chiudere il bilancio.
A confrontarsi stavolta sono Roberto Gravina, ex sindaco di Campobasso oggi consigliere regionale, e Stefania Passarelli, pure lei ex sindaca (di Pozzilli) e inquilina di Palazzo D’Aimmo eletta con Il Molise che vogliamo.
Gravina focalizza l’attenzione sul Roxy (e replica anche al capogruppo della Lega a Palazzo San Giorgio Tramontano). «Ciò che i campobassani chiedono è la riqualificazione dell’intera area comprendente l’ex hotel Roxy e non la vendita, se mai ci sarà, del solo edificio a Invimit, ma soprattutto ciò che interessa ai cittadini del capoluogo e all’intera comunità è la chiara ammissione e dichiarazione d’intenti fatta dalla giunta regionale di voler procedere a edificare sull’area verde dell’ex Romagnoli».
Le opposizioni hanno presentato emendamenti, martedì, per preservare la destinazione dell’ex stadio ad area verde. Sono stati respinti dal centrodestra. Per Gravina è la dimostrazione delle vere intenzioni del governo regionale, così come – aggiunge – «l’imbarazzo di alcuni dei consiglieri regionali di maggioranza di Campobasso che li ha portati a non votare la delibera in Consiglio è un’ulteriore sottolineatura di come poca attenzione sia stata posta nella condivisione con i campobassani e con l’amministrazione comunale del capoluogo di un percorso di riqualificazione vero». Infine a Tramontano: se ha deciso «di avvalorare l’intenzione della giunta regionale di privare i cittadini campobassani di un parco urbano in centro, lo dica chiaramente alla città».
Più ampio il ragionamento di Passarelli ma anche lei ribatte sul Roxy. «Un mostro in cemento armato all’ingresso della città capoluogo, un monumento al degrado per il quale andava trovata una soluzione fattibile, reale. Quella individuata dalla giunta regionale che ha inserito quel rudere nel piano delle alienazioni con l’obiettivo, duplice, di realizzarne una Casa per lo Studente che sia a servizio degli universitari che scelgono Campobasso e il Molise». Le minoranze non concordano, prosegue la vicepresidente del Consiglio, perché è più semplice «continuare a battersi per un progetto che non potrà mai essere realizzato invece che ragionare su una possibilità che consenta realmente il recupero di una struttura ormai fatiscente, di una zona della città depauperata dalla sua presenza. Individuare questa soluzione rende attrattiva la città, aggiunge altro valore alla sua Università. Significa dare ossigeno al tessuto economico».
Più in generale, 5s e Pd preferiscono «concentrarsi su argomenti utili a conquistare un po’ di visibilità», una argomentazione «che ormai non fa nemmeno più presa sui cittadini che hanno ben chiara la differenza tra parlarsi addosso e agire concretamente», punta il dito Passsarelli. Porta l’esempio del salario minimo, con i due documenti presentati dalle opposizioni e discussi a lungo martedì. «Contingentare i tempi degli interventi in Aula – altro tema sul quale le minoranze hanno alzato le barricate -, adeguandoli a quelli delle altre Istituzioni italiane ed europee non è imbavagliare le opposizioni quanto il mezzo per velocizzare l’adozione dei provvedimenti. Si può discutere dei provvedimenti in altre sedi, come ad esempio nelle Commissioni consiliari. E si può argomentare il proprio punto di vista anche in dieci minuti se, ovviamente, si conosce l’argomento e – conclude – si ha ben chiaro quello che si vuole dire».