Sono 12 su 22 le leggi emanate dalla Regione nel 2022 e impugnate davanti alla Corte Costituzionale.
Il dato è stato reso noto, a margine dell’adunanza pubblica della Corte dei Conti che si è svolta ieri al Convitto Mario Pagano, dal consigliere regionale 5s Roberto Gravina. I magistrati hanno presentato la relazione sugli esiti del controllo sulle leggi adottate nel 2022 dalla Regione, verificando la scarsa copertura economica delle norme per questo impugnate.
«Ciò – ha detto l’esponente della minoranza – ha avuto riflessi importanti e gravosi sul bilancio regionale, tenendo conto anche del fatto che nel solo 2022 il Consiglio ha approvato debiti fuori bilancio pari a 24 milioni che hanno sconquassato equilibri già precari. Tutte queste bocciature acclarate – ha concluso – hanno un effetto diretto sulla ritardata approvazione del consuntivo, perché presentano reiterati comportamenti sbagliati da parte dell’organo legislativo regionale».
Cinque norme sono state dichiarate illegittime. «I nodi vengono sempre al pettine e quelli evidenziati dalla Corte sono stati da noi ribaditi in sede di approvazione delle stesse (leggi, ndr), nonché in sede di approvazione della modifica regolamentare avvenuta la scorsa settimana», ha sottolineato la consigliera del Pd Micaela Fanelli
Sia Fanelli sia Gravina, poi, hanno commentato lo stanziamento di 40 milioni in manovra per ridurre il disavanzo e la delibera di giunta che aumenta le aliquote Irpef al 3,33%. «Gli stessi consiglieri di centrodestra “copiati e incollati” dalla precedente legislatura artefici del disastro economico che ha portato il Molise, unica regione in Italia, a non approvare il bilancio, generando un disavanzo di oltre 570 milioni, a cui si aggiungono i 134 milioni dell’Asrem», così Fanelli, «esultano di gioia per “l’elemosina governativa” dei 40 milioni di euro (ma non erano 50?!) indispensabili per approvare il bilancio regionale di previsione 2023, annunciando con giubilo che però, purtroppo, bisognerà aumentare le tasse ai molisani».
Questo invece il commento di Gravina: «I 40 milioni dati al Molise dal governo centrale costeranno caro ai molisani, che se da un lato ricevono il presunto taglio dell’Irpef e del cuneo fiscale dal governo Meloni, dall’altro ricevono dal governo Roberti l’aumento delle addizionali regionali, soprattutto per il ceto medio, annullando di fatto ogni riduzione delle imposte. Della serie: Meloni con una mano dà – alle altre Regioni – e con una mano riprende – al Molise tasse al massimo. – Questa è la filiera istituzionale che il nostro centrodestra, al di là dei proclami, ha accettato già dall’epoca del famigerato decreto spalma debiti».