L’ex presidente della Regione Paolo di Laura Frattura e gli assessori della sua giunta Carlo Veneziale e Pierpaolo Nagni sono stati assolti dalla Corte d’Appello di Campobasso dall’accusa di abuso d’ufficio per la nomina, nel 2016, del Nucleo di valutazione degli investimenti pubblici.
A fine gennaio il gup li aveva condannati a otto mesi, pena sospesa, al termine dell’udienza con rito abbreviato. Erano stati gli imputati a scegliere questa procedura. «Volevamo evitare la prescrizione», spiega il loro difensore Mariano Prencipe. Soddisfatto perché dopo la doccia fredda del primo grado, la sua strategia ha colto nel segno: nessuna prescrizione, l’operato degli ex vertici della Regione non configura alcun reato.
Sostanzialmente, scegliere Tizio invece che Caio da un elenco di idonei a un determinato incarico, costituisce un fisiologico e legittimo atto di discrezionalità da parte dell’esecutivo regionale.
Il nucleo nominato dall’amministrazione Frattura nel 2016 era composto da sole donne: Marilina Di Domenico, Valentina Tagliaferri e Lucia Murgolo. Quest’ultima, avvocatessa foggiana, finì all’epoca nel mirino di polemiche e denunce. Dall’organismo restò esclusa, fra gli altri, Sonia Carriero, che ne aveva già fatto parte e aveva partecipato alla selezione. Si rivolse quindi al Giudice del Lavoro che sancì l’illegittimità della sua estromissione. La sentenza passò in giudicato e lei denunciò tutto anche alla magistratura penale ritenendo che ci fossero dei profili di abuso. Davanti al gup e in Appello si è costituita parte civile ed è stata rappresentata dagli avvocati Massimo Romano e Pino Ruta. Uno degli argomenti di contestazione della parte civile era relativo alla mancata motivazione del provvedimento.
Nove mesi fa il verdetto di primo grado, di penale responsabilità, che ieri è stato ribaltato dal collegio composto dal presidente della Corte Pupilella e dai consiglieri Paolitti (giudice a latere) e Curci.
«Eravamo sicuri della correttezza della condotta contestata prima di tutto in punto di diritto. Ritenevamo che il provvedimento adottato dalla giunta regionale nel 2016 non fosse in alcun modo confutabile», il commento dell’avvocato Prencipe.
Per gli stessi fatti è in corso il processo (e le stesse contestazioni che l’Appello ha rigettato) anche nei confronti dell’altro assessore dell’esecutivo Frattura, Vittorino Facciolla (oggi consigliere regionale del Pd). Lui ha scelto il rito ordinario.
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