La mobilità attiva prodotta da Neuromed ed ex Gemelli non è un costo per la Regione Molise. Poli d’eccellenza che intercettano non episodicamente un bacino interregionale, le due strutture devono essere coinvolte nelle scelte che le riguardano in termini di budget e tetti. Lo ha ribadito il Tar Molise annullando il decreto dell’ex commissario della sanità Donato Toma relativo al finanziamento dei privati per l’anno 2021.
«Finalmente è arrivato il momento della verità. Da sempre, il che significa da circa 30 anni, sostengo la bontà per il Molise della mobilità attiva generata dalle strutture private, soprattutto dalle principali ma senza escludere l’importanza di quelle più piccole. Per cui ho sempre evidenziato che l’attrattività fosse una cosa positiva per la Regione», commenta l’ex presidente della Regione Michele Iorio, oggi assessore della giunta Roberti delegato al rapporto con i Ministeri per l’attuazione del piano di rientro dal debito sanitario.
Iorio è pronto a riaprire il fronte col tavolo tecnico, che inserendo nella voce “disavanzo” il valore delle cure prodotte dalle cliniche molisane per i pazienti extraregionali oltre il budget assegnato a suo parere ha generato un danno. Di sicuro, «un circolo vizioso» che tiene il Molise in commissariamento da 15 anni.
«E voglio ancora una volta ricordare che la Corte Costituzionale ha evidenziato l’anomalia di un commissariamento che si protrae così a lungo senza raggiungere risultati». In quella stessa sentenza, la Consulta concludeva con la necessità, a questo punto, di un intervento straordinario e strutturale sul sistema sanitario molisano.
La mobilità attiva di Neuromed (85% ha scritto il Tar nell’ultimo verdetto) e quella di Responsible Research Hospital (40%) fanno sì che i molisani possano usufruire di cure e terapie che altrimenti non sarebbero fruibili. Questo il punto di vista di Iorio. «Se non avessimo la mobilità attiva sulla neurochirurgia e quella sulla cardiochirurgia da soli non potremmo gestire queste due branche, non ce la faremmo economicamente. Quindi, intanto le utilizziamo a favore dei molisani perché abbiamo l’intervento di altre Regioni che contribuiscono al mantenimento di queste strutture, che ci assicurano prestazioni che prima non potevamo avere. Per esempio la radioterapia, l’abbiamo voluta fortemente e quando arrivò la Cattolica l’abbiamo realizzata. Prima i molisani dovevano andare a curarsi San Giovanni Rotondo, a Napoli, a Roma. Era un grande sacrificio», ricorda l’ex governatore.
Questa impostazione, prosegue, dovrebbe essere il perno del rilancio della sanità complessivamente. Al contrario, «abbiamo subito per gli anni di commissariamento un danno notevole in quanto, diversamente da quello che ha statuito la magistratura amministrativa, il tavolo tecnico ha sempre imposto di considerare nel disavanzo della Regione gran parte della mobilità attiva. Questo ha fatto squilibrare i nostri conti e sulla base della deriva procurata da questa interpretazione sostanzialmente abbiamo dovuto subire l’insulto del commissariamento che poi è durato addirittura 15 anni. Un circolo vizioso che ha determinato la perdita della possibilità di governare la sanità pubblica e il turnover a zero per molti anni. Vale a dire l’impossibilità di assumere, man mano che avvenivano pensionamenti o trasferimenti, anche le figure infungibili».
Le sentenze del Tar, dunque, «non mi soddisfano dal punto di vista personale perché ho sempre sostenuto queste tesi ma devono essere la base sulla quale rivalutare anche il disavanzo pregresso perché molta parte è stata calcolata sulla base della mobilità attiva. Bisogna verificare se per caso non c’è da chiedere un ristoro anche di tipo economico».
È una delle linee principali su cui sta lavorando, spiega ancora, insieme al presidente Roberti. Un confronto già aperto con il ministero dell’Economia, quello della Salute e con l’Agenas. E che poggia anche sul concetto di «neutralità (delle prestazioni dei privati per i pazienti non molisani, ndr) per le finanze regionali» precisata dal Tar.
Con questo impianto e con «la strada che abbiamo imboccato relativa alla richiesta di un aiuto finanziario a Roma, che in parte già abbiamo avuto ma che io spero debba essere ulteriormente definito per i prossimi anni» che contribuisca ad eliminare lo scostamento strutturale fra la quota di fondo sanitario e le spese che sostiene il Molise per garantire l’assistenza sanitaria, Iorio si dice convinto «che noi dovremmo rientrare in bonis abbastanza presto».
Nel merito della programmazione dei servizi, infine, conferma che le priorità sono «gli investimenti su attrezzature e attività» e la garanzia dell’emergenza urgenza. «Io credo che noi dobbiamo “vietare” i viaggi della speranza per le patologie tempo dipendenti. Guardi le dico una cosa forte, inserirei nel prossimo piano operativo la responsabilità oggettiva di chi trasferisce un paziente in urgenza, tranne casi del tutto eccezionali. Chi ha il coraggio di mettere la firma sotto la chiusura di un centro di emodinamica che funziona – chiude con una provocazione – si assume la responsabilità di chi nel trasferimento muore».
r.i.