Venti milioni all’anno, dal 2024 al 2033, più i 40 stanziati per l’anno in corso. Da Roma arriveranno al Molise 240 milioni. Tutti vincolati al ripiano del disavanzo di amministrazione della Regione che, dati del rendiconto 2022, ammonta a 572 milioni di euro.
La previsione decennale è stata inserita nel disegno di legge di bilancio, la finanziaria del governo Meloni. «Nelle more dell’individuazione dei Lep (livelli essenziale delle prestazioni, ndr) e dell’attuazione del federalismo regionale, alle Regioni a statuto ordinario che presentano un disavanzo di amministrazione pro capite al 31 dicembre 2021, al netto del debito autorizzato e non contratto, superiore a euro 1.500 è riconosciuto per gli anni 2024-2033 un contributo annuo di euro 20 milioni, da ripartire, in proporzione all’onere connesso al ripiano annuale del disavanzo e alle quote di ammortamento dei debiti finanziari al 31 dicembre 2021, al netto della quota capitale delle anticipazioni di liquidità». Così il primo comma dell’articolo 79 del ddl. La parola Molise non c’è, ma nella condizione descritta (il disavanzo di amministrazione pro capite al 31 dicembre 2021) «ci siamo solo noi. Purtroppo…», commenta l’assessore Gianluca Cefaratti.
L’impegno è stato mantenuto. La cautela pure. «Non ho voluto dare cifre prima di vedere la bozza, ma i 200 milioni ci sono. Non in cinque anni, in dieci. Ma tenga presente che insieme ai 17 milioni che entreranno dalla manovra sull’Irpef (aumento dell’addizionale al 3,33% per i redditi oltre i 28mila euro) ci permetteranno di coprire ogni anno la quota di disavanzo (che a partire dal 2024 sarà di 33 milioni, ndr)», ancora l’assessore.
L’incremento dell’addizionale regionale sui redditi delle persone fisiche è una delle prescrizioni a cui lo stanziamento è collegato. L’erogazione del contributo è subordinato alla sottoscrizione, entro il 15 febbraio 2024, di un accordo per il ripiano del disavanzo tra il presidente del Consiglio dei ministri o un suo delegato e il presidente della Regione, in cui la Regione si impegna per tutto il periodo in cui risulta beneficiario del contributo ad assicurare, per ciascun anno o con altra cadenza da individuare nel predetto accordo, risorse proprie pari ad almeno la metà del contributo annuo, da destinare al ripiano del disavanzo e al rimborso dei debiti finanziari, attraverso parte o tutte le seguenti misure da adottare per il perimetro non sanitario del Bilancio», prosegue l’articolo 79. Fra le misure, appunto, l’innalzamento dell’Irpef, la valorizzazione delle entrate, attraverso la ricognizione del patrimonio, l’incremento dei canoni di concessione e di locazione e ulteriori utilizzi produttivi da realizzare attraverso appositi piani di alienazione. E ancora, la riduzione del 2% annuo della spesa per i servizi istituzionali, la completa attuazione della razionalizzazione delle partecipate. Ma anche misure volte a riorganizzare la macchina amministrativa eliminando duplicazioni o sovrapposizioni di strutture o funzioni, al contenimento del costo del personale in servizio e delle locazioni passive.
La verifica dell’attuazione dell’accordo che sarà siglato fra la premier Giorgia Meloni e il governatore Francesco Roberti è affidata alla Sezione regionale di controllo della Corte dei Conti. Il primo monitoraggio sarà effettuato in riferimento al 31 dicembre 2024. Vietato “sgarrare”: in caso l’esito di esito negativo delle verifiche, comunicato a Chigi e al Mef, sarà sospesa l’erogazione dei 20 milioni per gli anni successivi.
«Roma non ci regala i soldi per fare la bella vita in tempi di magra, lo trovo anche giusto. Noi siamo pronti a presidiare e curare ogni giorno il bilancio. Non si può più gestire alla carlona», sottolinea Cefaratti.
Soddisfazione a Palazzo Vitale, dunque, per il risultato portato a casa, con l’azione del presidente Roberti insieme a quella di Cefaratti e con il ruolo prezioso nella trattativa col Mef di Giorgetti. del coordinatore della Lega Michele Marone, che è anche assessore regionale e consigliere di Salvini.
A Roma aspettano il piano di rientro che sarà adottato in giunta domani. «Chiederò alla commissione e poi al Consiglio una corsia preferenziale perché venga subito approvato per mandarlo al Mef e ai revisori dei conti». Per il bilancio di previsione ci vorrà qualche altra settimana.
ritai