Fine pena 2051. Fra 28 anni la quota di deficit che la Regione Molise dovrà coprire sarà pari a 1,9 milioni. Bruscolini in confronto ai 41,9 che invece dovrà inserire nel bilancio di previsione 2023.
L’anno prossimo 33 milioni, 31 dal 2025 al 2032 e poi un decalage (da 18 milioni a 10 e poi a circa 2) fino appunto al 2051. Sono le cifre e il cronoprogramma approvati ieri dalla giunta di Palazzo Vitale con il piano di rientro dal disavanzo di amministrazione maturato al 31 dicembre 2022 (circa 563 milioni).
Il documento è la base dell’accordo che sarà firmato dal governatore Francesco Roberti con la premier Giorgia Meloni e che garantisce alla Regione 20 milioni di euro all’anno (fino al 2033) a patto che non si generi ulteriore debito e che l’ente di via Genova faccia la sua parte. Aumentando le entrate. Nel piano, per gli anni dal 2023 al 2025 (parte propedeutica al bilancio di previsione ormai in dirittura d’arrivo), si fa riferimento all’innalzamento al 3,33% dell’addizionale Irpef per i redditi superiori a 28mila euro (il disegno di legge ha iniziato il suo percorso in Consiglio) e agli accertamenti sulla tassa automobilistica. Dalla manovra fiscale la Regione conta di introitare 17 milioni in più.
Senza i 40 milioni stanziati dal decreto allegato finanziaria regionale (che si aggiungono ai 200 in dieci anni previsti invece dal ddl di bilancio), ribadisce l’assessore Gianluca Cefaratti, sarebbe stato molto difficile chiudere il previsionale 2023. Lo stesso vale per il triennale 2023-2025 senza l’appostamento di 20 milioni a partire dal prossimo anno. «Certo, ci vogliono somme aggiuntive perché il nostro bilancio non produca ulteriore deficit. Noi siamo pronti, è una sfida che considero anche giusta. I soldi devono essere utili, spero ne arrivino altri ma devono essere spesi nella maniera giusta».
Quanto all’aumento dell’aliquota dell’imposta sulle persone fisiche, aggiunge Cefaratti, «non serve, visto l’aiuto che ci è arrivato dal governo centrale, unicamente a sanare i conti e il disavanzo. Serve a dare servizi più efficienti, più efficaci e serve a non generare nuovo disavanzo. Abbiamo chiesto un sacrificio ai cittadini, ma non a tutti, a quelli che hanno redditi alti o medio-alti quantomeno. I cittadini che hanno redditi fino a 28mila euro non avranno nessuna imposizione aggiuntiva a partire dal 2024. Avere un reddito da 28mila euro significa uno stipendio da 1.700/1.800 euro al mese, uno stipendio importante, anche se non mi sfugge la portata del sacrificio che chiediamo ai molisani visto l’impatto del costo della vita sulle famiglie.
Ma, ripeto, dobbiamo offrire servizi migliori».
L’auspicio, conclude l’assessore, è «dare ai posteri un bilancio più pulito e che possa garantire una prospettiva a questa Regione e ai molisani. Nonostante l’aumento dell’Irpef credo che i cittadini potranno sentirsi gratificati da un lavoro differente, che renderà loro giusto merito rispetto alle tasse che pagano».
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